L’OCSE: “L’Italia fuori dalla recessione nel 2014, ma il debito salirà ancora”

Pubblicato il 19 Novembre 2013 alle 18:35 Autore: Redazione

Ocse Italia fuori dalla recessione nel 2014

Un rapporto dolceamaro per l’Italia quello pubblicato oggi dall’OCSE. Infatti, secondo le previsioni degli economisti di Château de la Muette, già il prossimo anno il Belpaese potrebbe uscire dalla recessione o comunque entro la fine del 2015, facendo registrare però una crescita “fiacca”.

“Il ritorno alla crescita è sostenuto dalle esportazioni, che dovrebbero accelerare ulteriormente nei prossimi due anni grazie all’aumento della domanda estera”, ha fatto presente il team di esperti dell’organizzazione parigina. Gli economisti hanno anche confermato che “il generale miglioramento del deficit è stato sostanziale quest’anno”, ma “ con il rapporto debito/Pil ancora in crescita nel 2014 e nel 2015 serve un ulteriore consolidamento fiscale”, segnalando in questo modo il rischio di un ennesimo aumento del debito pubblico italiano nei prossimi mesi. Anche se l’OCSE ha voluto precisare che “l’Italia sta facendo bene ed è sulla buona strada”. Queste le previsioni sul rapporto deficit/PIL dell’istituto internazionale nei prossimi due anni: 3% nel 2013, 2,8% nel 2014, 2% nel 2015. Mentre – come detto – le stime sul rapporto debito/PIL sono meno confortanti: si va dal 145,7% del 2013 al 146,1% nel 2015 (nel 2014 la percentuale toccherà il picco del 146,7%).

ocse

Sul fronte lavoro invece l’istituto di Parigi ha raccomandato di “mettere in pratica le recenti riforme”, facendo così riferimento agli interventi messi in atto dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero e dall’ex premier Mario Monti nella precedente legislatura. Il rapporto termina con un importante appello: “Bisogna ridurre la tassazione sul lavoro” in due mosse, riduzione del cuneo fiscale e alleggerimento dell’imposizione in busta paga.

Fisco: Pwc-Banca Mondiale, Italia resta piu’ tartassata in Ue – Secondo il  Rapporto Paying Taxes 2014, diffuso a Mosca dalla Banca Mondiale, IFC (Corporazione finanziaria internazionale) e PwC (PriceWaterhouseCoopers), l’Italia è tra i paesi più tassati al mondo. Il nostro Paese si posiziona al 138/o posto nella classifica generale per quanto riguarda il carico fiscale con il 65,8% dei profitti che s’involano in tasse. Con 269 ore all’anno dedicate agli adempimenti fiscali (contro una media di 179 in Europa e di 268 nel mondo) il nostro Paese si colloca alla 120/a posizione mentre fa un po’ meglio se si guarda al numero di pagamenti: 15 all’anno (contro una media europea di 13,1 e una mondiale di 26,7) che le valgono il 62/o posto. Per quanto riguarda la classifica europea per carico fiscale l’Italia precede la Francia (169/a al mondo con una percentuale del 64,7% dei profitti in tasse) e la Spagna (162/a con il 58,6%). A vincere la sfida del fisco leggero sono la Croazia, (16/a al mondo con un tax rate del 19,8%), davanti a Lussemburgo (17/a con il 20,7%) e Cipro (22/a con il 22,5%). A livello globale i Paesi in cui e’ piu’ semplice pagare le tasse sono, nell’ordine, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Arabia Saudita mentre i problemi maggiori si incontrano in Chad, Repubblica Centrale Africana e Venezuela.

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