Momo e il paradosso dell’insalata in busta

Pubblicato il 16 Novembre 2011 alle 13:00 Autore: Matteo Patané
momo

Per quanto non molti afferrino immediatamente il reale significato economico di scelte di acquisto spesso compiute sul momento e senza una adeguata valutazione delle conseguenze, vi è chi potrebbe ribattere che in fondo il tempo non ha prezzo, che avere a disposizione più tempo vale qualsiasi spesa.
Tale obiezione non fa però che scontrarsi con la realtà, e non denota altro che il prostrarsi definitivo alla logica dei Signori Grigi: in termini generali, infatti, il risparmio temporale non conduce necessariamente ad un miglioramento della qualità della vita, in quanto non garantisce su come verrà utilizzato il tempo così risparmiato, tempo che in effetti molto spesso viene a sua volta sprecato in attività di semplice riempitivo, frustranti perché non si riescono a completare e che richiedono quindi ulteriori risparmi di tempo. In un continuo circolo vizioso.

L’origine esogena di Momo, nell’omonimo romanzo, rispetto ai cittadini, potrebbe indurre all’erronea convinzione di attendere un rivoluzionario, un rinnovatore, un messia che consenta di spezzare quello che sembra ormai essere un radicato modo di vita. Nel romanzo, tuttavia, anche i Signori Grigi sono esterni alla città; forse un modo per dire che anche il problema è esterno a noi? Nulla di più errato. Se esiste una forza sociale potenzialmente autodistruttiva fatta di bisogni ingenerati e rincorse frenetiche è perché vi è chi vi si assoggetta, chi vi si piega e anche chi tenta di cavalcarla. Sono forze probabilmente al di là del pensiero cosciente, che si possono intuire senza afferrarle appieno, e nella medesima chiave di lettura deve essere intesa la figura di Momo.
Spetta quindi a ciascuno di noi, al proprio interno, trovare la forza di operare quel necessario cambio di paradigma che possa mettere al primo posto la felicità dell’individuo e la qualità della vita. Ed il primo passo consiste proprio nel sapere – anche tramite un approccio più immaginifico alla vita – come rivalutare il proprio tempo.
Affettare un ciuffo d’insalata, lavarlo, condirlo non è una mera azione meccanica volta al sostentamento. Si tratta invece di un – pur semplice – processo creativo, in cui un vegetale viene trasformato in una – pur altrettanto semplice – portata. Ritrovare il gusto per simili azioni implica un cambio di mentalità estremamente complesso, che rimette in discussioni scale di valori assodate e quindi deve essere frutto di un processo di maturazione interna. Si può cambiare reazione ad un evento da un momento all’altro, ma non si può farsi piacere qualcosa che prima non piaceva se non attraverso una reale conversione.

L’insegnamento della misteriosa Momo ci ricorda quindi che la cura e la difesa della nostra felicità passa in realtà solo da noi e dalle nostre convinzioni, e che noi stessi dobbiamo trovare il coraggio di mettere in pratica quei piccoli gesti quotidiani che – tutti assieme – rivoluzionerebbero la società. Magari iniziando ad affettare di persona l’insalata.

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
Tutti gli articoli di Matteo Patané →