I giovani del Pd contro la Cancellieri

Pubblicato il 23 Novembre 2013 alle 16:13 Autore: Alessandro Genovesi
giustizia e carceri cancellieri

I giovani del Pd contro la Cancellieri

Dura contestazione al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al termine di un Convegno a Milano dal titolo “Più sicurezza, più gratuità, meno carcere”.

Artefici della protesta, i giovani del Partito democratico milanese, che si sono dati appuntamento in via Hoepli, all’esterno dell’Auditorium di San Fedele, dove si stava svolgendo il convegno. Motivo della contestazione, ovviamente, il caso Ligresti.

I giovani democratici hanno portato con loro finte carte del Monopoli con la scritta: “Imprevisti: esci gratis di prigione”. La telefonata tra il Guardasigilli e i parenti di Giulia Ligresti, all’epoca in carcere a Milano a San Vittore, “testimonia, pertanto, un interessamento eccessivo del ministro dovuto ai suoi legami personali”.

Per la Cancellieri dunque, esistono “detenuti di serie A e detenuti di serie B”, proseguono i giovani del Pd “questi ultimi che muoiono nel silenzio, magari innocenti: un ministro responsabile avrebbe rassegnato immediatamente le dimissioni per permettere che si chiarisse la vicenda”. I manifestanti hanno letto un elenco con i nomi di 26 detenuti che si sono suicidati in carcere durante il mandato della Cancellieri.

Giulia Ligresti

Giulia Ligresti

Mentre all’esterno si svolgeva la contestazione, all’interno il ministro Cancellieri spiegava l’azione del governo sul delicato tema delle carceri. Il Guardasigilli ha parlato della necessità di istituire un “garante nazionale dei detenuti” e la creazione di “sportelli legali” all’interno delle carceri.

“Spesso accade infatti che una persona abbia assistenza legale durante il processo ma una volta in carcere sia abbandonata a sé stessa”. Inoltre, allo studio del dicastero c’è un progetto per migliorare la vita dei detenuti, arrivando a concedere loro otto ore d’aria giornaliere a fronte delle sole due odierne.

In sostanza il disegno del ministero è quello di far sì che le celle diventino solo luoghi di pernottamento, in modo da evitare che i detenuti ci passino intere giornate.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
Tutti gli articoli di Alessandro Genovesi →