Alfano rilancia sul lavoro: “Abolire gli accordi collettivi”

Pubblicato il 24 Dicembre 2013 alle 11:03 Autore: Alessandro Genovesi
riina se la prende con alfano

Angelino Alfano, intervistato dal Corriere della Sera, alza la posta e risponde a Matteo Renzi e al suo ‘Job Act’. Cavallo di battaglia della proposta del vicepremier e leader del Nuovo centrodestra è la cosiddetta “burocrazia zero” nei primi tre anni per chi vuole avviare un’attività imprenditoriale.

“Incontro ovunque imprenditori e commercianti interessati a investire capitali e ostacolati dalla burocrazia. Gente che non ne può più di “conferenze dei servizi” e cose del genere. Da qui la nostra misura-choc : per tre anni chi abbia un’idea imprenditoriale, un’iniziativa commerciale o artigianale potrà realizzarla senza aspettare alcuna risposta dagli enti pubblici”. Una misura iperliberista, ma non è la sola.

Secondo il ministro degli Interni, infatti, è giunto il momento di abbandonare l’istituto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, da sempre strumento di contrattazione utilizzato dai sindacati. “Intendiamo spostare tutto su contratti aziendali e individuali. Datori di lavoro e lavoratori trovino all’interno di ciascuna azienda la modalità contrattuale più efficace”.

Misura, questa, che creerebbe una contrapposizione fortissima col mondo sindacale ma Alfano non se ne cura e rilancia: “Ci preoccupiamo di creare posti di lavoro. Oppure si crede che davanti al dramma di milioni di persone, l’emergenza siano unioni civili e ius soli ? La sinistra è libera di proporre ciò che vuole, per noi l’emergenza delle famiglie italiane è il lavoro”. Sempre sul tema lavoro, una stilettata viene riservata a Matteo Renzi: “Spero che Renzi riesca a superare i veti ideologici della sinistra sul mercato del lavoro, e a favorire la semplificazione. Fra breve lo vedremo alla prova dei fatti”.

Alfano e Letta

Altro nodo centrale dell’accordo di governo è l’immigrazione, sul quale si registrano opinioni divergenti tra il Pd e il Ncd, secondo cui non è possibile ridurre il tempo di permanenza nei Cie dei migranti: “Non possiamo, sull’onda di giustificata emotività, mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Nel 2013 il tempo di permanenza medio nei Cie è stato di 38 giorni. Attualmente nei Cie ci sono solo 445 stranieri. I ritardi nei rimpatri sono dovuti ai ritardi nel rilascio dei documenti da parte dei consolati. Aggiungo che dei nove immigrati che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria, tre sono ex detenuti per spaccio e uno, l’imam, ha precedenti per rapina, lesioni e tentato furto”.

Per Alfano, dunque, della Bossi-Fini si “può discutere” ma bisogna “stare attenti a non fare arrivare dall’altra parte del Mediterraneo messaggi sbagliati del tipo: venite in Italia, qui c’è posto e lavoro per tutti. Non è così, abbiamo già grandi difficoltà ad assicurare un futuro ai giovani italiani”.

Battuta finale sul capitolo legge elettorale: “Ho sempre più forte la speranza che si trovi un accordo dentro la maggioranza. Su quattro principi c’è piena sintonia: bipolarismo, scelta diretta dei parlamentari da parte dei cittadini, premio di maggioranza che assicuri la governabilità, superamento del bicameralismo e Senato a vocazione regionale”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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