Terra dei fuochi: arriva l’esercito

Pubblicato il 15 Gennaio 2014 alle 14:45 Autore: Francesco Di Matteo

Terra dei fuochi: arriva l’esercito

Al via i lavori per il decreto per la Terra dei Fuochi: il governo da il via libera ai provvedimenti volti a contrastare il fenomeno di roghi di rifiuti e di abbandono degli stessi.

Primo importante sì del governo, che ha approvato ieri l’invio dell’esercito nella tristemente nota Terra dei Fuochi. Il governo ha deciso di inviare un piccolo contingente di uomini, che potrà arrivare a raggiungere le 850 unità, a supporto delle operazioni di sorveglianza del territorio per contrastare i fenomeni di roghi e di abbandono dei rifiuti. Ad annunciare la decisione ufficiale è stato il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano, il quale si è detto soddisfatto di “essere arrivati ad una soluzione condivisa da quasi tutte le forze politiche”.

Il testo, infatti, ha visto l’appoggio di tutte le forze parlamentari tranne il MoVimento 5 Stelle, che ha deciso di astenersi sul provvedimento. Il testo, abbozzato già in dicembre, è stato poi modificato e migliorato in commissione, come dice dalla sua pagina Facebook il deputato Arturo Scotto, in quota Sinistra Ecologia e Libertà. “Il Ddl Terra dei Fuochi – scrive l’on. Scotto – ha subito miglioramenti grazie al lavoro in commissione Ambiente e al contributo di Sel”. Scotto propone poi di andare avanti per la bonifica e la riqualificazione dei terreni inquinati, magari forzando la conversione di tali terreni in coltivazioni di canapa indiana. “Restiamo profondamente critici – conclude il deputato napoletano – sull’impiego delle forze armate”.

Sulla decisione di invio dell’esercito in Campania scoppia la ‘rivolta’ della rete, che contesta la decisione. Tra i commenti su Facebook all’articolo in merito postato da Repubblica si trovano tantissimi commenti di contestazione per questa decisione. C’è chi come G. F. ricorda che i ‘camion pieni di spazzatura’ siano passati sotto il silenzio delle forze armate; chi denuncia un ritardo di venti anni, come T. L.; chi invece addirittura non crede l’esercito sarà attrezato a dovere; e, infine, chi invece vuole aspettare e vedere i risultati, come A. M.

L’altro principale intervento dello Stato sulla situazione in Campania è quello di rafforzare la prevenzione sanitaria. Infatti sono stati stanziati 50 milioni di euro per fare screening gratuiti anti tumorali, così da poter dare a tutta la cittadinanza la possibilità di effettuare un controllo e, magari, intercettare le malattie che quest’inquinamento provoca prima che faccia danni irreversibili.

Sui provvedimenti che Roma sta per adoperare sul caso napoletano ci sono le posizioni critiche dei comitati locali, che da anni si battono sul territorio per il riconoscimento del biocidio, avvenuto “nel silenzio omertoso della popolazione e nel silenzio criminale della politica”.

Tra i comitati contrari c’è anche #fiumeinpiena, il comitato più grande della Campania che è stato l’organizzatore della manifestazione del 16 novembre che portò in piazza più di 70.000 cittadini arrivati da tutta la Campania e non solo. Secondo un esponente di #fiumeinpiena, Raniero Madonna, questi provvedimenti sono “insufficienti al caso campano”. “Non vogliamo l’esercito in Campania, – dice Raniero – noi vogliamo provvedimenti seri per la risoluzione del problema”. Il comitato ritiene assolutamente insufficiente le misure che il governo vuole adottare e ritiene inutile, se non dannoso l’invio dell’esercito, contro cui hanno già manifestato il 6 dicembre a Napoli per contestare la volontà di militarizzare il territorio. Secondo il movimento l’invio dell’esercito è il sintomo di una “politica vuota e senza soluzioni, che si limita ad interventi scenografici per far credere di star lavorando alla soluzione del problema”. Si plaude, ma con riserva, invece, per il provvedimento che da la possibilità ai cittadini di effettuare screening gratuiti. “La possibilità di fare screening gratuitamente – dice Raniero – era una delle proposte fatte in piazza il 16 novembre, ma siamo sicuri che le attuali strutture sanitarie della regione riusciranno a soddisfare tale peso effettuando questi test in tempi e modi adeguati?”

Francesco Di Matteo

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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