Finlandia al voto: otto in corsa per la poltrona di Presidente della Repubblica

Pubblicato il 12 Gennaio 2012 alle 12:53 Autore: Antonio Scafati
finlandia al voto

Stando ai sondaggi, nel corso dei mesi il suo vantaggio è calato passando dalla maggioranza assoluta al 38% (complice pure l’aumento progressivo degli indecisi). Una discesa lenta, la sua, che però non dovrebbe mettere in dubbio l’esito finale delle elezioni: tutti gli altri, infatti, sono intorno o al di sotto del 10%. Al secondo turno, Niinistö potrebbe mettere insieme anche più del 70% dei voti, a prescindere da chi sia a sfidarlo. In quel caso gli avversari più duri sarebbero Timo Soini e Pekka Haavisto: ma anche nella migliore delle ipotesi nessuno dei due otterrebbe più di un quarto dei voti.

La campagna elettorale ha tardato a scaldarsi. Il primo scossone lo ha dato il Partito di Centro, criticando aspramente Sauli Niinistö sulla politica estera e su quella economica. Sulle questioni interne, nessuno è andato controcorrente: c’è bisogno di tagli alla spesa pubblica e le nuove tasse sono inevitabili. Sulle modifiche parlamentari che rivedono (al ribasso) i poteri del Presidente della Repubblica, i candidati si sono frammentati. Massimo rispetto nei confronti del Parlamento da parte di Lipponen, convinto che la figura presidenziale continua ad avere comunque un importante ruolo in politica estera. Nessun problema da parte di Biaudet. Meno contenti Soini e Niinistö.

Ma questi argomenti hanno fatto solo da contorno. I temi più caldi sono legati all’economia e in particolare alla crisi del debito. A inizio campagna elettorale, praticamente ancora a bocce ferme, era già evidente come i due principali candidati – Niinistö e Lipponen – avessero a riguardo posizioni opposte. Dare più poteri all’Unione europea e meccanismi per disciplinare l’economia, dice Lipponen, suggerendo al governo di Helsinki di impegnarsi di più per metterela Finlandiaal centro del progetto europeo; l’integrazione deve fare un passo indietro, propone Niinistö, e la soluzione della crisi del debito dovrebbe essere affidata a dei ‘professionisti’, e cioè al Fondo Monetario Internazionale.

Nel corso della campagna elettorale si è parlato tanto della possibilità chela Finlandia  entri a far parte della Nato. Un argomento, questo, sul quale praticamente tutti i candidati hanno sentito il bisogno di dire la loro. Favorevole Niinistö (anche se con l’andare delle settimane la sua posizione si è sfumata), assolutamente contrario Väyrynen. Contrario pure Arhinmäki. Per Haavisto l’argomento non è d’attualità ma dovrà essere ridiscusso in futuro. In realtà, tutto questo affannarsi intorno all’ipotesi Nato è sembrato fine a sé stesso: i finlandesi questo dibattito l’hanno seguito con un certo distacco. Anche perché, come dimostrano i sondaggi, tra la popolazione prevale una posizione molto precisa: niente Nato, ci sono altre cose a cui pensare.

Questi gli uomini e questi gli argomenti. Il 22 gennaio i finlandesi diranno come la pensano. Difficile che ci siano sorprese dell’ultim’ora: il vantaggio di Niinistö è di quelli che lasciano dormire tranquilli. A inizio febbraio, con tutta probabilità, sarà lui il nuovo Presidente della Repubblica finlandese.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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