Licenza di scioperare

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 alle 10:09 Autore: Andrea Corbo

Ma cosa cambierebbe se fosse approvata la bozza presentata dal governo?  Il capo VI articolo 22 del testo in discussione è quello dedicato all’autorità di regolazione dei trasporti. Per quanto riguarda i taxi è previsto un sostanziale adeguamento “dell’offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani, in particolare per quanto riguarda le città metropolitane, secondo i criteri di ragionevolezza e proporzionalità, allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti”. In altri termini si prevede la possibilità di aumentare sensibilmente il numero di auto bianche circolanti, ove necessario, a fronte di una compensazione economica nei confronti di chi già detiene una licenza e  vedrebbe il valore di questa irrimediabilmente ridimensionato. Inoltre sarà possibile vendere o affittare le licenze, esercitare la propria attività anche al di fuori dell’area per la quale sono state originariamente rilasciate e consentire una maggiore libertà nell’organizzazione del servizio e nella fissazione delle tariffe. In altre parole, concorrenza. Parola meravigliosa quanto indigesta a chi gode della possibilità di avere un numero di potenziali concorrenti ben definito e la garanzia di un “rischio di impresa” relativamente circoscritto. Quello che, con un termine forse  abusato, si potrebbe chiamare un privilegio. Privilegio che i tassisti sembrano voler difendere a tutti i costi e con qualsiasi arma a disposizione. Già  qualche anno fa si era visto quanto la categoria fosse in grado di condizionare le decisioni della politica sia grazie a pressioni all’interno dei palazzi che con plateali azioni di protesta. Ed oggi? Lo scenario appare mutato, il governo dei tecnici sta chiedendo sacrifici a tutti e il modello di protesta scelto dai tassisti sembra rivelarsi assolutamente controproducente. Quella dei sindacati dei tassisti appare come una posizione arroccata, una difesa ad oltranza di una posizione acquisita assolutamente incomprensibile alle altre categorie sociali che già hanno pagato il prezzo delle manovre “lacrime e sangue”. Il rischio che corrono è quello di trovarsi soli, abbandonati dall’opinione pubblica che mal sopporterebbe un abuso di quella speciale “licenza di scioperare e di agire” di cui hanno goduto in passato. Inoltre, e non è un tema da sottovalutare, la diminuzione della disponibilità economica delle famiglie italiane sta seriamente mettendo a rischio la possibilità per molti cittadini di avvalersi dei servizi offerti dai tassisti, mettendo così anche in serio rischio lo “spirito di servizio pubblico” che dovrebbe ispirare la categoria.

L'autore: Andrea Corbo

Classe 1984, dal 2005 ha lavorato come Autore e Regista televisivo. È esperto di Marketing non convenzionale e Consulente di Comunicazione politica ed aziendale. Appassionato di fotografia e buona cucina, trascorre il poco tempo liberato nella sua piccola mansarda in campagna. Su Twitter è il @ilcorbo
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