I destini incrociati di Maroni e Bossi

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 alle 11:08 Autore: Livio Ricciardelli
maroni e bossi

In questa situazione Maroni non apparve molto convinto delle scelte bossiane. Si creò un motivo d’attrito tra il Senatùr e il giovane titolare del Viminale. Maroni rimase in mezzo al guado mentre si consumava una scissione dalla Lega e la nascita della nuova Lega “lealista”.

La Lega Italiana Federalista (che oggi perlopiù è ricordata per la sua incomprensibile voce su Wikipedia) cogliendo i tentennamenti maroniani, propose la leadership del movimento proprio al varesino e la sua candidatura alla guida della regione Lombardia.

Il tutto in un’ottica secondo cui, essendo la Lega Italiana Federalista alleata del centrodestra, Maroni, se accompagnato da un buon lavoro di intermediazione, poteva assumere il ruolo del candidato del Polo per il Pirellone. E si consideri che in quella fase non era ancora nato il “regno” formigoniano delle giunte regionali lombarde. E del resto lo stesso Formigoni allora si trovava non ancora in Forza Italia ma nel Cdu, e di conseguenza a livello partitico in una situazione non molto dissimile da quella di Maroni.

Bobo decise di ritirarsi. Di riflettere. E di fatto non solo si sospese per un anno dalla Lega ma dalla politica. Sempre più rare furono le sue apparizioni televisive e non.

Un attrito tra Bossi e Maroni che vedeva quest’ultimo a capo di quella frangia della Lega più vicina alla istanze berlusconiane o comunque meno favorevole ad una drastica rottura con il Polo.

Oggi lo scenario è a tratti simile, ma a parti invertite. E così Maroni ricorda come la Lega Nord può emergere, e affermarsi, se va da sola. Se ritrova lo slancio e le aspirazioni delle origini. All’insegna di quegli ideali di “onestà e serietà” che lo conquistarono negli anni ’80.

Mentre Bossi, che anziché porsi al di sopra delle parti sta di fatto parteggiando per una componente interna al Carroccio, appare di più come il filo-berlusconiano di via Bellerio. Che, nonostante le differenti scelte sul governo Monti, non esita a cercare di salvare Nicola Cosentino dai suoi problemi giudiziari.

Bobo e Umberto. Due destini incrociati. Ma questa volta i corsi e ricorsi storici funzionano a parti invertite.

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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