Referendum separazione carriere: di cosa si tratta? Quando si terrà

Pubblicato il 20 Settembre 2025 alle 14:39 Autore: Guglielmo Sano
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Referendum separazione carriere: di cosa si tratta? Quando si terrà

Referendum separazione carriere: la Riforma della Giustizia promossa dal Governo Meloni passa alla Camera e adesso attende l’approvazione del Senato. Dovrebbe avvenire a fine ottobre. Il testo di legge, però, non ha incassato la maggioranza dei due terzi dell’aula richiesta per le norme che revisionano la Costituzione. Dunque, sarà necessario un referendum confermativo per la sua effettiva entrata in vigore.

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Referendum separazione carriere: di cosa si tratta?

Referendum separazione carriere: la Riforma della Giustizia promossa dal Governo Meloni passa l’esame della Camera e adesso è attesa in Senato. Palazzo Madama dovrebbe esprimersi tra il 21 e il 22 ottobre. Tuttavia, il testo di legge non ha incassato la maggioranza dei due terzi richiesta per l’approvazione delle norme che revisionano la Costituzione. In breve, le leggi che vogliono apportare delle modifiche alla Carta Fondamentale del nostro ordinamento devono incassare la maggioranza assoluta sia a Montecitorio sia al Senato alla seconda votazione. Nel caso in cui non raggiungano tale soglia è prevista la possibilità di tenere un referendum confermativo (senza quorum).

Cosa significa votare Sì o No

Referendum separazione carriere: quando si terrà? Come si scriveva, il passaggio al Senato dovrebbe avvenire a fine ottobre. Da quel momento ci saranno tre mesi di tempo per fare richiesta di consultazione popolare. Nello specifico, dovrà essere promosso da almeno 500mila elettori o da almeno 5 consigli regionali oppure da almeno un quinto dei membri di una delle due camere che compongono il Parlamento.

Visti i numeri delle opposizioni all’esecutivo non dovrebbero esserci problemi su questo fronte: insomma, le urne potrebbero aprirsi già nella primavera del 2026. Come si scriveva, sarà un referendum confermativo: l’ultimo si è tenuto nel 2020, riguardava la riduzione del numero dei parlamentari Qualche anno prima, nel 2016, un referendum di questo tipo blocco il superamento del bicameralismo perfetto promosso dal Governo Renzi. Il meccanismo che lo regola è decisamente più semplice rispetto a quello che regola il referendum abrogativo (quello più comune che serve a eliminare leggi già in vigore). In breve, se si vota Sì la riforma entra in vigore (si introduce la separazione delle carriere dei magistrati tra le altre cose). Se si vota No, invece, si respinge la riforma e si mantiene l’attuale assetto del nostro sistema giudiziario.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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