Cuperlo riunisce a Bologna la sinistra politica, sindacale e parlamentare

Pubblicato il 4 Ottobre 2014 alle 19:18 Autore: Giuseppe Spadaro
Cuperlo che parla al microfono

Le parole di Renzi sul calo degli iscritti? “Non mi sono piaciute molto. Ma non voglio fare un processo alle intenzioni o alla singola frase. Non vorrei che dal partito solido fossimo passati al partito liquido per precipitare nel partito acido, dove si fanno battute con lo scopo di mettere in difficoltà l’interlocutore”. E’ un Gianni Cuperlo vispo, quello che inaugura l’assemblea nazionale di Sinistradem a Bologna. E aggiunge: “Se ci sono dei problemi nel tesseramento, affrontiamoli. Lavoriamo insieme per accelerare, per recuperare”.

GOVERNARE DAL BASSO – Cuperlo, sconfitto alle ultime primarie PD da Matteo Renzi, non condivide l’impostazione leaderistica data da quest’ultimo al partito. E lo fa notare senza mezzi termini, tirando nuovamente in ballo il calo degli iscritti: “Forse c’è una minore attenzione al partito. Il pericolo di ridurre e trasformare il partito in comitato elettorale permanente”. E ricorda: “Non si governa solo dall’alto, si governa anche dal basso. Un partito senza iscritti difficilmente è un partito, almeno per come lo abbiamo conosciuto noi. È un’altra cosa: puoi anche chiamarlo partito ma la sua natura cambia radicalmente”.

CUPERLO-FASSINA

JOBS ACT E SINISTRADEM – Cuperlo parla anche della riforma del lavoro, senza sbottonarsi: “Vedremo il testo finale e valuteremo”. E a chi parla di un dissenso al momento del voto, replica così: “Io credo molto nella disciplina di partito, penso che non ci possa essere un partito senza disciplina, credo che neppure possa esistere una disciplina senza partito”.Dall’ex presidente del PD arriva poi una battuta: “Ho visto che c’è un hotel Leopoldo e solo l’idea che noi organizziamo ‘il Leopoldo’ mi sembra una cosa straordinariamente carina”, facendo il verso alla Leopolda di stampo renziano. Cuperlo parla di SinistraDem e ne chiarisce l’essenza di associazione “che non è una corrente o una componente del Pd, è qualcosa che rivolgiamo a tutti, lo abbiamo infatti chiamato ‘Campo aperto'”.

GLI ALTRI INTERVENTI – Meno diplomatico l’intervento di Stefano Fassina, ex viceministro all’Economia, che boccia il Jobs Act: “Senza cambiamenti significativi non è votabile: resto fedele al mandato che gli elettori ci hanno dato per portarci in parlamento. Abbiamo grandi preoccupazioni perché la direzione imboccata sul lavoro va in direzione opposta, aggrava la precarietà, aggrava la recessione”. Bocciatura anche da parte dell’europarlamentare Sergio Cofferati, che considera il Jobs Act “un’idea regressiva del lavoro”. Durissimo invece il leader della Fiom, Maurizio Landini: “Penso sia il momento della responsabilità, del sentirmi dire che c’é solidarietà in questo momento me ne faccio il giusto. È il momento dell’azione: penso che quando si dice una cosa la si deve fare. È il momento della coerenza”. E poi aggiunge: “E’ come quando Cgil, Cisl e Uil dissero che la riforma Fornero sulle pensioni non andava bene, poi abbiamo fatto tre ore di sciopero. Abbiamo fatto una cavolata e la gente ancora ci dice che non abbiamo fatto niente per le pensioni”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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