Legge di stabilità, incontro Governo Regioni Renzi “Non medio su 4 mld, accetto proposte”

Pubblicato il 23 Ottobre 2014 alle 13:11 Autore: Giuseppe Spadaro

Terminato l’incontro a Palazzo Chigi tra il Governo e le Regioni per discutere i tagli previsti dalla legge di stabilità che solo nel 2015, per il comparto delle Regioni, pesano per 4 miliardi che diventano 6,2 se si sommano i tagli già previsti dai governi Monti e Letta.

Hanno partecipato all’incontro tutti i presidenti delle Regioni. Per il Governo presenti il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, e il sottosegretario agli Affari regionali Bressa.

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RENZI A REGIONI “NON MEDIO SU 4 MLD MA ACCETTO PROPOSTE” – “Non c’è spazio per una mediazione, i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore” ha detto il premier Matteo Renzi nell’aprire l’incontro nella Sala Verde di Palazzo Chigi con le Regioni sulla Legge di Stabilità. “Sui costi standard, se voi ci siete, io ci sono”. “Noi interveniamo solo ex post se le cose non vanno. Se avete una risposta seria, rigorosa, noi ci siamo”.

CHIAMPARINO “SÌ A MIO LODO,7 GIORNI PER LAVORARCI” – “È stato incontro simpatico nei toni che è sempre un aspetto non irrilevante della politica. Alcuni scambi schietti di battute non hanno intaccato il clima e il rispetto politico. L’incontro è stato approfondito con una presenza impegnata del primo ministro, che ringrazio. Il punto di convergenza per ora è stato quello che Renzi ha definito il Lodo Chiamparino, ovvero una proposta che in una settimana punti ad un lavoro congiunto per una manovra sostenibile”. Così Sergio Chiamparino in conferenza stampa dopo l’incontro Governo-Regioni sulla legge di stabilità. “La lettera e lo spirito del ‘Lodo Chiamparino’ è quello di rendere sostenibile la manovra evitando ricadute sia di tagli che aumenti della fiscalità. Rispettare i saldi non vuol dire che questi siano fatti solo di tagli” ha continuato Chiamparino. “Non è detto che poi si arrivi necessariamente ad accordo tra le parti. Ma mi sembra questo un buon punto di partenza”. Tra gli assi portanti del lavoro delle prossime settimane, il recupero, da parte dello Stato, di fondi inutilizzati per riprendere una politica di investimenti sulla edilizia sanitaria. “Abbiamo poi indicato il tema dell’ottimizzazione della gestione di risorse che sono delle Regioni e sono attestate presso i ministeri e non comportano aggravi di cassa per lo Stato” ha poi detto Chiamparino. Infine, una razionalizzazione sia della spesa sanitaria sia delle spese a livello centrale. “Il premier ci ha chiesto di avanzare proposte specifiche e suggerimenti, anche al di là della legge di stabilità. Tutto questo aiuta ad ottenere un equilibrio istituzionale che vede nel sistema delle autonomie un asse portante. Questa è la strada giusta”, ha concluso Chiamparino. “A me pare importante che si sia trovata un’intesa di percorso che ha un’obiettivo comune, razionalizzare la spesa migliorando la qualità dei servizi erogati” ha concluso.

GROS “ITALIA RISCHIA PIÙ DELLA FRANCIA” – “La lettera della commissione è un atto dovuto. Per ora si chiedono solo chiarimenti, e Francia e Italia sono ancora sullo stesso piano. Il secondo stadio sarà quello più importante, e cioè l’affermazione o meno che qualcosa non va, e qui la posizione dell’Italia comincia un pò a scivolare nei confronti della Francia. Il terzo stadio è l’apertura della procedura d’infrazione, e scommetto che non ci si arriverà per la Francia. Sull’Italia non mi sbilancio”. Lo afferma a Repubblica, Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies di Bruxelles. “L’Italia – spiega Gros – sarà anche meglio posizionata sul fronte della correttezza di bilancio, ma di fatto rischia di più in sede comunitaria”. “Guardiamo alla Francia – osserva l’economista. – D’accordo, ha sforato il deficit e per di più su questo ha sfidato l’Europa. Però, ci piaccia o no, è sempre un Paese grande e forte, una potenza nucleare, e ha una relazione speciale con la Germania che malgrado tutto tiene anche se non è più come ai tempi di Kohl e Mitterrand. Ma ora – aggiunge Gros – ha un’altra insperata arma: Marine Le Pen. Gli antieuropeisti fanno paura a tutti, soprattutto all’Europa”.

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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