Ballottaggio in Brasile: vince Dilma Rousseff

Pubblicato il 27 Ottobre 2014 alle 07:38 Autore: Antonio Scafati

Dilma Rousseff ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Brasile. La candidata del Partito dei Lavoratori ha ottenuto il 51,64 per cento dei voti: guiderà il paese per un altro mandato. Aécio Neves, del Partito della Social Democrazia Brasiliana, si è fermato al 48,36. Ci si aspettava un voto testa a testa e così è stato.

Aécio  Neves si è imposto in dodici stati del paese. Dilma Rousseff ha vinto in quindici, compreso quello di Minas Gerais, dove Neves è stato per anni governatore. Il voto di Rousseff si concentra soprattutto nel nordest più povero. Hanno scelto di confermare la fiducia alla presidente 54 milioni e mezzo di brasiliani. La percentuale di votanti si è fermata al 78,9 per cento.

“Il mio primo impegno di questo secondo mandato sarà dialogare. Governerò in maniera pacifica e democratica” ha aggiunto Rousseff: “Non credo che queste elezioni abbiano diviso il paese a metà: capisco che abbiamo mobilitato idee ed emozioni a volte contraddittorie, ma mosse da un sentimento comune: cercare un futuro migliore.”

“Oggi sono molto più forte, serena e matura per il compito che mi è stato dato” ha dichiarato:  “Brasile, questa tua figlia non fuggirà dalla lotta neanche stavolta”.

Rousseff

Dilma Rousseff

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“Le ho chiesto di svolgere un buon governo, che unisca il paese con un progetto dignitoso” è stato invece l’invito di Neves.

Vinte le elezioni (le più agguerrite degli ultimi anni), c’è un paese da governare. Un paese che è una potenza emergente ma che è anche pieno di contraddizioni: sociali ed economiche. Il Pil brasiliano ha corso per anni e poi ha rallentato bruscamente: l’inflazione galoppa, mentre la disoccupazione resta contenuta.

Ma nel paese si respira un’atmosfera di timore per gli effetti che l’attuale andamento economico potrebbe avere sulla nazione, in particolar modo tra coloro che da poco sono diventati classe media, i primi a soffrire per gli effetti dell’inflazione e per la carenza dei servizi pubblici.

Il Brasile resta un paese con un nodo irrisolto legato alla criminalità e al ruolo (spesso oscuro) della polizia. È un paese dove la corruzione è vasta e ramificata. La ricchezza è concentrata in una fetta ristretta, mentre un terzo circa della popolazione vive in condizioni di povertà più o meno severe. Milioni di persone abitano le favelas. In tanti non hanno la possibilità di studiare. Rousseff dovrà ripartire da qui.

Immagine in evidenza: photo by Hugo Martins OliveiraCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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