Voto Azzollini, Manconi: “Perché ho votato no all’arresto”

Pubblicato il 30 Luglio 2015 alle 10:29 Autore: Giuseppe Spadaro
foto del senatore luigi manconi

Dopo Pietro Ichino arrivano le motivazioni del senatore del Pd Luigi Manconi che spiega, prendendo carta e penna, perché ha votato contro la richiesta di arresto per il senatore Azzollini giunta dalla Procura di Trani.

La decisione del Senato e la votazione contraria all’arresto ha scatenato il dibattito politico. Divisioni anche nel Pd dove anche la vicesegretaria Serracchiani ha stigmatizzato l’esito della votazione.

Azzollini, intervento del senatore Manconi

C’è da annotare che Ichino e Manconi sono tra i pochissimi senatori che hanno reso pubblica la propria decisione spiegando i motivi. Mentre molti altri senatori che conti alla mano hanno votato come Ichino e Manconi continuano a trincerarsi dietro la modalità segreta del voto e dentro un assordante silenzio.

“Il voto segreto su questioni relative alla libertà personale di terzi è una prerogativa e una garanzia. Ma è un diritto soggettivo al quale si può rinunciare. Non ho alcuna difficoltà, di conseguenza, a rendere pubbliche le ragioni del mio voto contro l’autorizzazione all’arresto del senatore Antonio Azzollini, condivise a maggioranza dall’Aula.

E, infatti, il Senato non è né la prima né l’ultima della aule giudiziarie che si occuperanno della vicenda per il semplice motivo che non è un’aula giudiziaria. A noi non spetta valutare la fondatezza delle accuse rivolte ai parlamentari, che ormai possono essere mosse e perseguite liberamente, senza più sottostare all’autorizzazione parlamentare. A noi tocca, come si dice, valutare se nella richiesta di arresto del Sen. Azzollini vi sia del fumus persecutionis. E l’unico modo è analizzare rigorosamente la stretta necessità della misura cautelare richiesta, anche alla luce di una recente legge di riforma che ribadisce per tutti i cittadini la necessaria attualità dei suoi presupposti: impedire la fuga dell’indagato, l’inquinamento delle prove, la reiterazione del reato. Nonostante le argomentazioni prodotte dalla Procura di Trani, nulla tra le carte trasmesse lascia intendere che il Sen. Azzollini voglia sottrarsi al giudizio, inquinare le prove o commettere nuovamente il reato di cui è accusato. Quindi, manca la stretta necessità di sottoporlo agli arresti domiciliari violandone la libertà personale e le prerogative di parlamentare.

Il Senato, col suo voto, ha voluto dire questo: e l’ha fatto anche grazie alla scelta equilibrata del capogruppo del Pd, Luigi Zanda, che ha richiamato “il libero convincimento” di ciascuno.

Detto questo, spiace dover rilevare per l’ennesima volta come tra coloro che – opportunamente in questo caso – hanno votato a favore delle garanzie di un collega, siano così pochi quelli che si battono a favore delle garanzie dei povericristi, dei migranti e dei profughi e delle persone senza tutele.

Infine, credo abbiano dato un contributo fondamentale a respingere l’autorizzazione contro Azzollini i due interventi dei senatori di 5 Stelle, addirittura eccezionali per demagogia reazionaria, che hanno ottenuto il risultato di persuadere molti incerti e convincere tanti dubbiosi a votare in maniera esattamente opposta”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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