Il governo mette un freno agli scioperi

Pubblicato il 20 Agosto 2015 alle 11:59 Autore: Lorenzo Chemello
renzi negli studi di porta a porta

Scioperi: le polemiche sulle interruzioni dei servizi causa “assemblea sindacale” che a fine luglio hanno messo a dura prova migliaia di turisti presentatisi agli scavi di Pompei e per la stessa ragione al Colosseo a Roma hanno sicuramente accelerato le intenzioni del governo di creare una nuova normativa sugli scioperi e sulle regole di rappresentanza sindacale durante le trattative per i contratti di lavoro.

Si è presa la palla al balzo per voler porre i maggiori sindacati italiani davanti alla realtà dello svuotamento del loro bacino di iscritti e quindi alla loro perdita di rappresentatività tra i lavoratori. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera e membro della sinistra PD, si trova in sostanziale accordo con il collega di partito il giuslavorista e senatore Pietro Ichino sulla proposta di imporre una soglia di sbarramento per consentire solo ai sindacati sufficientemente rappresentativi di presentarsi al tavolo delle trattative per il rinnovo dei contratti. La soglia annunciata è quella del 5%. Per conoscere se un’organizzazione sindacale possiede o no la patente del 5% ci si dovrà basare sull’elezione dei delegati. Inoltre la validità di un contratto sarà permessa solo con la firma del 50% + 1 dei lavoratori o dei loro delegati.

Tutte le novità sugli scioperi e non solo

Le novità annunciate dal Partito Democratico vogliono sicuramente mettere un freno alle piccole sigle sindacali, che in questo modo verrebbero delegittimate a trattare con le controparti. Ma non ci si ferma qui con le novità. Infatti si parla di introdurre per i dipendenti dei servizi pubblici di trasporto una soglia di “approvazione” in caso di eventuale scelta di scioperare da parte dei lavoratori: almeno il 30 o 40% di essi dovrebbero essere d’accordo o meno con l’avvio dello sciopero sennò lo sciopero non si potrà fare. Anche qui il freno lo si vuole porre nella libera scelta, anche di una minima parte dei dipendenti, di scegliere lo sciopero come arma contrattuale da utilizzare contro la dirigenza del pubblico servizio. Se per ora si parla di servizi pubblici di trasporto  forse un giorno se ne comincerà a parlare anche per le regole di sciopero riguardanti le aziende private e allora si tratterebbe davvero di una seria involuzione delle libertà acquisite dai lavoratori negli anni Sessanta-Settanta.

renzi con mano destra con l'indice in alto

Superamento contratto nazionale di categoria

Un’altra battaglia storica di Renzi e per la verità anche della Confindustria, riguarda il superamento del contratto nazionale di categoria. E’ vero che 800 euro di salario al Sud non equivalgono al potere di spesa che si avrebbe al Nord. L’obiettivo è avvicinarsi al modello Germania dove i contratti aziendali sono predominanti. Ricordiamoci però che la maggior parte delle aziende italiane sono di piccole dimensioni e che attuano un ostracismo molto forte all’entrata dei sindacati nelle trattative. Renzi sfida i sindacati ad adattarsi alle nuove proposte normative. Sicuramente la reazione di questi ultimi non si farà attendere.

Lorenzo Chemello

L'autore: Lorenzo Chemello

Vicentino, classe '86. Laureato all'Università di Padova in Storia delle culture, mi sono specializzato in Storia Contemporanea all'Università Cà Foscari di Venezia. Da sempre mi interessa la politica e i cambiamenti che questa può creare. Sono attratto dal mondo del no profit. Ho svolto il Servizio Civile in Italia e ho trascorso un anno in Portogallo come volontario SVE in un'associazione che promuove l'attivismo giovanile. Ora finalmente vivo ad Amburgo per lavorare e praticare il tedesco.
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