L’accusa di Feltri: “In Parlamento proposte di legge indecenti”

Pubblicato il 9 Settembre 2015 alle 15:34 Autore: Daniele Errera
vittorio feltri racconta caso boffo

L’accusa viene direttamente da una delle penne più celebri della stampa nostrana, Vittorio Feltri. Un j’accuse nei confronti della classe politica parlamentare, accusata spesso di inezia. Feltri, invece, sostiene che i lavori parlamentari vi sono (si vedano le proposte di legge). Tuttavia sono “indecenti”.

“Non è vero che i parlamentari siano solo poltronisti e poltroni”, afferma Feltri. “In realtà, deputati e senatori, se si tratta di promuovere iniziative stolide, meglio se completamente superflue, si danno un gran da fare e si battono con vigore”. Il fondatore di Libero prende ad esempio “53 proposte di leggi istitutive riguardanti giornate commemorative da dedicarsi a molteplici temi. I nostri eletti sono dotati di notevole sensibilità nei confronti del futile, dell’inopportuno, dell’accessorio e del riempitivo”. Le definisce “indecenti”, Feltri, quelle iniziative.

Berlusconi, Il direttore de Il Giornale Vittorio Feltri

In esame alcune “strampalate” proposte parlamentari: da “la giornata da riservare alla sicurezza condominiale” a “il ricordo della battaglia di Lepanto” (non aiuterebbe, secondo Feltri, alla riappacificazione fra cristiani e islamici). “Altre proposte (poco originali) – sostiene – sono le giornate a favore della scuola, della cultura e della famiglia. Non sono da trascurare altre date, da fissarsi, contro la criminalità, il degrado ambientale e l’omofobia. Condividiamo lo spirito del vasto programma, però ci domandiamo che effetto produrrebbe la sua realizzazione: i criminali rinsavirebbero e diventerebbero bravi ragazzi? Gli inquinatori cesserebbero di avvelenare il Paese? Gli omofobi si trasformerebbero in estimatori dei rapporti omosessuali?” Domande retoriche, quelle di Feltri. Le iniziative sono fine a sé stesse, per questo avrebbero poca efficacia. Troppo autoreferenziali. L’ex direttore de Il Giornale e di Libero rifugge poi dalle date rievocative perché ritiene che diano adito a parlare e non fare e lo esplica concludendo retoricamente l’editoriale su Il Giornale: “è il caso di perdere tempo a inventare altri pretesti per parlare, evitando così di fare?”.

Daniele Errera

 

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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