Isis, Russia: un parlamento di “guerra”

Pubblicato il 30 Settembre 2015 alle 13:59 Autore: Guglielmo Sano

Isis, Russia: la Camera alta del Parlamento russo ha formalmente autorizzato l’invio di truppe in Siria auspicato dal Presidente Putin su richiesta dell’alleato Bashar Al Assad.

Isis, Russia: nell’interesse della nazione

L’impiego delle forze armate russe in missioni sul suolo straniero è vincolato all’autorizzazione del parlamento. Il Presidente russo Putin, dopo aver sondato l’opinione popolare in merito, ha ottenuto il consenso decisivo dei deputati della Camera Alta: la Russia sente avvicinarsi la minaccia del terrorismo, l’intervento in Siria ha lo scopo di difendere la Federazione.

“La questione non è raggiungere particolari obiettivi in politica estera, o soddisfare delle ambizioni, anche se in Occidente ci accusano regolarmente di farlo – ha spiegato il capo dell’amministrazione presidenziale Serghei Ivanov – in ballo c’è la sicurezza della Federazione Russa”. Alla mente ricorre subito la pericolosa diffusione dell’Isis tra i combattenti ceceni che, da poco, hanno cominciato a palesare l’intenzione di combattere la Russia anche sul suolo ucraino.

Sempre Ivanov ha continuato dicendo che, al momento, non è previsto lo schieramento di truppe terrestri in Siria: Mosca ordinerà raid aerei contro particolari obiettivi ogni volta che le autorità siriane ne faranno richiesta. Così, il capo dell’amministrazione presidenziale ha voluto marcare una differenza con l’intervento della coalizione a guida americana. La Russia agirà sul mandato del “legittimo” governo del paese, d’altronde Assad ha formalmente richiesto l’aiuto del potente alleato, dunque, manterrà inviolate le leggi della giustizia internazionale. Per usare le sue parole: “forniremo unicamente supporto aereo nelle operazioni dell’esercito siriano contro l’Isis”. Sia la durata dell’operazione sia il numero di velivoli coinvolti non sono stati comunicati.

isis russia

Isis, Russia: l’asse con Baghdad e Teheran

Tuttavia, come riferiva negli scorsi giorni il portale Difesaonline.it, già un paio di settimane fa – dopo un attentato (colpo di mortaio) all’ambasciata russa di Damasco – Mosca aveva prontamente schierato in Siria 15 elicotteri da combattimento e trasporto, 9 carrarmati T90, 300 soldati in più (prima erano 200) tra cui almeno un’unità di forze speciali “specnaz”, oltre a 28 caccia.

Delle immagini satellitari, infatti, hanno immortalato sulla pista del Bashar International Airport a sud di Latakia, costa mediterranea del paese, dodici bombardieri tattici a bassa quota Su-24 Fencer, dodici aerei da attacco al suolo e supporto ravvicinato Su-25 Frogfoot e quattro supercaccia Su-30SM. L’aeroporto adesso è protetto da sistemi radar SA-22, batterie anti-aeree di diverso calibro, droni di sorveglianza, senza dimenticare 35 carrarmati Btr82a e 5 navi da guerra al largo delle coste siriane.

Recentemente, Russia, Iran, Siria e Iraq hanno deciso di istituire, con sede a Baghdad, un centro di coordinamento delle operazioni contro lo Stato Islamico. Le operazioni congiunte tra le forze dei 4 paesi dovrebbero cominciare a ottobre, massimo a novembre. Il comando sarà affidato, con rotazione trimestrale, a ufficiali russi, iraniani, siriani e iracheni. D’altra parte, già da qualche settimana, dopo che i governi di Mosca e Teheran hanno consegnato all’aviazione irachena dei moderni caccia Su-25 e Su-22, le forze del governo di Al Maliki sono diventate molto più efficaci contro i veicoli dell’Isis che trasportano armi pesanti.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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