Il giallo del decreto “ad Legam”

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 alle 06:32 Autore: Matteo Patané

Il Governo Berlusconi IV, insediatosi a seguito delle elezioni politiche 2008, ha introdotto la figura del Ministero della Semplificazione Normativa, presieduto dal leghista Roberto Calderoli, come strumento per eseguire una revisione ed una riduzione delle norme vigenti in Italia.

decreto ad legam

L’ambito di azione del Ministero è contenuto in due leggi delega: la prima, la Legge Delega 246/2005, consente al Governo di sopprimere le leggi antecendenti il 1° gennaio 1970 di cui non è ritenuta indispensabile la permanenza in vigore; la seconda, la Legge Delega 69/2009, permette invece di cancellare le leggi successive al 1970 “oggetto di abrogazione tacita od implicita”, ovvero quelle leggi considerabili obsolete in quanto mai applicate o sostituite da altre norme.

Fino ad oggi sono stati approvati in materia due decreti legislativi, il Decreto Legislativo 179/2009, che elenca una lista di leggi antecedenti il 1970 da mantenere in vigore, ed il Decreto Legislativo 66/2010 di riforma del Codice dell’Ordinamento Militare.

Proprio quest’ultimo intervento ha scatenato recentemente una serie di polemiche che hanno fatto parlare del provvedimento come di una norma “salva-Lega”.
Nell’articolo 2268 del Decreto Legislativo 66/2010, infatti, viene abrogato il Decreto Legislativo 43/1948, che stabiliva le pene per la promozione, costituzione, organizzazione e direzione di associazioni di carattere militare a scopo politico anche indiretto che facessero uso di violenza o minaccia, reato sancito addirittura dalla Costituzione.
L’Italia dei Valori ha richiesto una rettifica del Decreto Legislativo 66/2010 prima della sua entrata in vigore il 9 ottobre 2010, ma a tale data il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale senza alcuna correzione.

La cancellazione del Decreto Legislativo 43/1948 comporta la depenalizzazione del reato sopra descritto, e questo ha un effetto immediato sul processo a carico di trentasei esponenti della Lega Nord: attraverso una serie di intercettazioni telefoniche era infatti emerso che la Guardia Nazionale Padana, la “milizia” leghista attiva negli anni ’90, doveva tenersi pronta per l’organizzazione della resistenza armata e per la pianificazione della secessione del Nord Italia. Anche se il fatto è stato commesso in un periodo in cui il Decreto Legislativo 43/1948 era in vigore, la conversione in legge anche per un solo giorno del Decreto Legislativo 66/2010 consente agli imputati, per il principio del favor rei, di essere giudicati con la legislazione ad essi più favorevoli: nel caso in questione, una legislazione tale per cui non è prevista alcuna pena per il reato in questione a causa del vuoto legislativo creatosi proprio dall’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948.

L’Italia dei Valori è riuscita ad ottenere per il 13 ottobre un question time del Ministro Calderoli alla Camera dei Deputati, affinché potesse rispondere della mancata cancellazione dell’articolo. Il deputato Massimo Donadi (IdV), ha raccolto sul suo sito lo scambio tra lui stesso e Calderoli.
La risposta del Ministro è stata articolata, come si legge, in tre argomentazioni:

  • la norma è stata inserita nella lista delle leggi da abrogare da una commissione tecnica istituita dal precedente governo di centrosinistra
  • a seguito dell’approvazione del Consiglio dei Ministri, non sarebbe stato possibile intervenire con una rettifica in Gazzetta Ufficiale
  • il Decreto Legislativo 43/1948 era comunque obsoleto, quindi la sua abrogazione non desta alcuna preoccupazione

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
Tutti gli articoli di Matteo Patané →