Quagliariello: “Domenica volevano far cadere il governo”

Pubblicato il 6 Agosto 2013 alle 16:04 Autore: Gabriele Maestri
Legge elettorale, reazioni di Quagliariello e Violante dopo motivazioni Consulta

E così domenica il governo Letta avrebbe schivato per un soffio una trappola tesa ad arte, forse da sinistra. Sembra di capirlo leggendo l’intervista rilasciata al Corriere da Gaetano Quagliariello, ministro per le riforme costituzionali.

Intervistato da Tommaso Labate, l’esponente del Pdl sarebbe pronto a giurare che domenica, per l’appunto, «era pronta un’operazione per decretare la fine del governo Letta. Un’operazione che non è andata a buon fine». Nomi dei mancati pugnalatori Quagliariello non ne fa, ma precisa che «tante persone, nel centrosinistra ma anche nel centrodestra, non amano questo governo. E aspettano un nostro passo falso per farlo cadere»: solo il tono «impeccabile» della manifestazione del Pdl e del discorso di Berlusconi avrebbero impedito al governo di terminare ora il suo percorso.

Il ministro per le riforme costituzionali, peraltro, si preoccupa di ridurre la portata del “fuoco amico” da destra sull’esecutivo guidato da Letta (anche se ammette che non accetterebbe «di diventare lo strumento di una crisi politico-istituzionale voluta da altri»): così Quagliariello segnala che i nemici della pacificazione nazionale stanno soprattutto nell’altra parte dell’emiciclo. «La tentazione di sfruttare la sentenza della Cassazione per sbarazzarsi in un colpo solo di Berlusconi e del centrodestra a sinistra – precisa – può ancora prevalere».

Sulla questione della grazia o di altri provvedimento di clemenza all’ex Presidente del Consiglio, il ministro sceglie di non intervenire, forse per non compromettere riflessioni e buoni uffici di altri («In questo momento, su queste cose, bisogna solo abbassare la voce»). In compenso, l’intervista è l’occasione per ribadire la fiducia in Giorgio Napolitano «come atto di pacificazione» in sé, nei confronti di un uomo per il quale «il compromesso non è un disvalore».

Dopo la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset, le opposizioni chiedono di continuo la fine del governo Letta e nei mesi scorsi per tanto tempo lo stesso Pdl ha indicato il voto come unica alternativa all’esecutivo in carica: per Quagliariello, però, in questo momento le elezioni sono proprio lo scenario più lontano: «Il ricorso della Cassazione alla Consulta sulla legge elettorale blocca di fatto la possibilità di elezioni a breve».

Letta Napolitano

Bisognerebbe dunque aspettare il verdetto della Corte costituzionale sul Porcellum e, nel frattempo, vigilare perché a qualcuno non venga in mente di far cadere il governo: questo, secondo il ministro, potrebbe aprire la strada a maggioranze diverse (compresa l’accoppiata Pd-M5S), tentate di fare una legge elettorale «per spingere la tentazione di far fuori Berlusconi alle conseguenze più estreme».

Per Quagliariello, dunque, lunga vita a Letta («Ha dato grande prova di lealtà») e un avvertimento al suo partito, il Pdl: «Il centrodestra è forte quando esalta la sua vocazione maggioritaria, non quando cede alla tentazione di configurarsi come destra identitaria», nemmeno avendo come guida Marina Berlusconi («Ma per ora – chiosa il ministro – non c’è stata la disponibilità dell’interessata»).

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
Tutti gli articoli di Gabriele Maestri →