Letta: “Buste paga più pesanti”

Pubblicato il 7 Ottobre 2013 alle 11:54 Autore: Gabriele Maestri

Letta: “Buste paga più pesanti” – 07/10/2013

Obiettivo: ridurre il cuneo fiscale – cioè la differenza tra costi sostenuti dal datore di lavoro e retribuzione del dipendente – dando subito vantaggi ai lavoratori da percepire nelle buste paga.

È la parte più interessante, per gli italiani, dell’intervista che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha rilasciato a SkyTg24 a Maria Latella, parlando della legge di stabilità che deve essere presentata a brevissimo termine al Parlamento.

Non è ancora chiaro come si agirà sul cuneo fiscale, anche se è probabile che le risorse che andranno a favore di lavoro e imprese (circa 5 miliardi in tutto) possano portare tra i 250 e i 300 euro in più in busta paga, probabilmente pagati in un’unica soluzione. Altre misure dovrebbero riguardare le assunzioni delle imprese: “Avranno un vantaggio – ha spiegato Letta – ma solo se  assumeranno con contratti a tempo indeterminato”. Si tratterebbe dunque di provvedimenti a favore dell’occupazione (soprattutto dei giovani), di cui si dovrebbe discutere nell’incontro di oggi tra l’esecutivo e i sindacati.

Il premier Enrico Letta

Il premier Enrico Letta

Per Letta il traguardo dev’essere la ripresa, un obiettivo che sarebbe quasi a portata di mano: “Alla fine dell’anno avremo il segno più sulla crescita e il prossimo lo stesso. Non solo può, ma deve esserlo”. Per lui, questo risultato passa anche attraverso misure in ambito fiscale, a partire dal riordino delle aliquote dell’Iva e dal taglio di alcune tasse e imposte: per farlo, però, “si deve ridurre la spesa pubblica, fare bene le dismissioni del patrimonio pubblico, recuperare l’evasione, e penso soprattutto ai soldi in Svizzera, e far ripartire la crescita”.

Sul piano fiscale, però, va considerata anche la proposta fatta dal Pd in commissione Bilancio alla Camera, volta a far pagare la prima rata Imu a chi ha una rendita catastale superiore a 750 euro al mese: l’emendamento, riformulato, potrebbe avere effetti sulla seconda rata dell’imposta.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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