Canada, la crescita economica dipende dagli oleodotti

Pubblicato il 4 Febbraio 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Secondo il rapporto annuale sull’economia pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale, la crescita economica del Canada dovrebbe accelerare nel 2014: l’economia del Paese nordamericano crescerà nel 2014 del 2,2%, sostenuta dalla ripresa degli Stati Uniti che stimoleranno le esportazioni. Tale crescita dipenderà, soprattutto, dall’accesso al mercato internazionale delle risorse energetiche canadesi, quindi la realizzazione di alcune importanti infrastrutture sarà un fattore decisivo.

A tal proposito, considerato che il Canada è fra i primi Paesi al mondo per le risorse di uranio, la produzione di gas e di petrolio, nel 2012 è stato approvato il Canadian Environmental Assessment Act che disciplina lo sfruttamento delle risorse ambientali, considerate ormai al centro della crescita economica del Paese.

Pertanto, le costruzioni degli oleodotti come il Keystone (permetterebbe al petrolio canadese di raggiungere il golfo del Messico in Texas) e l’Energy East (dovrebbe trasportare il petrolio canadese dall’Est all’Ovest del Paese e poi essere esportato verso l’Europa) sono ritenute essenziali per l’economia del Canada, ma la loro costruzione sta avanzando lentamente a causa dalle preoccupazioni ambientali.

oleodotto

Infatti, ad esempio, il costo di recupero in caso di una fuoriuscita di petrolio di medio-grande livello dell’oleodotto Enbridge Northern Gateway, che dovrebbe percorrere oltre 1000 km in un territorio che conta oltre mille corsi d’acqua, è stato stimato intorno ai 9-10 miliardi di dollari, mentre il costo per costruire soltanto l’oleodotto circa 6 miliardi.

La costruzione del Keystone ha alimentato numerose polemiche negli Stati Uniti, in particolare da parte degli ambientalisti della Natural Resources Defense Council (NRDC), i quali si sono lamentati del pericoloso livello di emissioni del petrolio canadese. D’altra parte, il Canada ha respinto simili valutazioni e si è giustificato ricordando le regole del libero scambio. Nel frattempo, l’amministrazione statunitense sta rinviando la validazione del progetto, prendendo così tempo. E, secondo gli analisti, probabilmente se ne occuperà il prossimo Presidente degli Stati Uniti.