Factchecking di Pagella Politica: Di Battista e l’impeachment

Pubblicato il 9 Febbraio 2014 alle 14:03 Autore: Pagella Politica
di battista m5s

Alessandro di Battista ha dichiarato: “E su Napolitano nessun attacco incredibile, è il nostro diritto di parlamentari seguendo l’articolo 90 della Costituzione farlo”. Pagella Politica ha effettuato il factchecking della dichiarazione e si è espressa con un “vero”.

Alessandro Di Battista, uno dei volti simboli del Movimento 5 Stelle, difende il gesto del suo gruppo che lo scorso 30 gennaio ha ufficialmente presentato la richiesta di impeachment – chiamata più correttamente messa in stato d’accusa – del Presidente della Repubblica.

Come giustamente dichairato dall’onorevole Di Battista, l’articolo 90 della nostra Costituzione riconosce il diritto ai parlamentari di contestare l’operato del Presidente della Repubblica. Ecco il testo in questione: Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

Parliamo, quindi, di due fattispecie specifiche: altro tradimento e attentato alla Costituzione. Spieghiamo brevemente l’iter: una volta depositata la richiesta, una “maxi” commissione si riunisce, composta da membri della Giunta per le Autorizzazioni della Camera e quella delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari del Senato, la quale decide se cestinare la richiesta, o se sottoporla al voto del parlamento in seduta comune.

Qualora il parlamento approvi la richiesta a maggioranza assoluta, lo step successivo vede l’intervento della Corte Costituzionale – con i suoi 15 membri abituali e 16 altri giudici estratti per l’occasione – che ha il compito di emettere una vera e propria sentenza in materia. La decisione, come tutte quelle della Corte Costituzionale, è inappellabile.

Sul fatto che sia o meno un “fatto incredibile” non ci sentiamo di poter sentenziare: ci limitiamo a ricordare che nella storia della nostra Repubblica il precedente è uno solo, quello dell’ex Presidente Francesco Cossiga nel 1991. In quel caso la messa in stato d’accusa non passò mai il primo step, e l’aula non ebbe neanche modo di votare sulla questione.

Voto “Vero” per Alessandro Di Battista

P.S.: per completezza d’informazione riportiamo i 6 punti d’accusa del Movimento 5 Stelle verso Napolitano:

1. espropriazione della funzione legislativa del parlamento e abuso della decretazione d’urgenza;

2. riforma della Costituzione e del sistema elettorale;

3. mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale;

4. seconda elezione del Presidente della Repubblica;

5. improprio esercizio del potere di grazia;

6. rapporto con la magistratura: processo Stato – mafia.




L'autore: Pagella Politica

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