Renzi: “Lavoro per decreto è stato fallimento. Sui tagli deciderà il governo”

Pubblicato il 19 Marzo 2014 alle 13:39 Autore: Giuseppe Spadaro

“Sono venuto a sentire le parole di Renzi sull’Europa. Tutto bene, guardiamo avanti” sono state le parole di Enrico Letta che non si è seduto tra i banchi del Pd. Letta aveva occupato quello stesso posto anche quando era venuto a Montecitorio per votare la fiducia a Renzi. In quella occasione, entrando in Aula, non aveva rivolto uno sguardo a Renzi ma era andato direttamente a salutare Pierluigi Bersani, tornato in Aula per la prima volta dopo la malattia. L’ex premier mancava dalla Camera dal giorno della fiducia a Matteo Renzi.

informativa renzi alla camera su consiglio europeo e finanza pubblica

Nell’Aula della Camera il premier Matteo Renzi ha fatto alcune comunicazioni in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo 2014, oltre che sullo stato dell’economia e della finanza pubblica. Renzi ha iniziato il suo discorso citando Lula, incontrato nei giorni scorsi. “Incontrando Lula mi ha colpito l’affermazione ‘non ho mai visto l’Europa così rassegnata, pessimista e stanca’. Credo che chi rappresenta un paese dentro il consiglio europeo deve partire dal fatto che l’Europa vive una fase di difficoltà evidente ai cittadini e c’è il rischio forte di un’affermazione di partiti populisti”.

Renzi “Sulle riforme Italia pronta a fare la sua parte in Ue” – “Abbiamo offerto un pacchetto di riforme che parte da quella costituzionale a quella istituzionale che più hanno colpito i nostri partner europei perchè è il segno che l’Italia è pronta a fare la propria parte. Come possiamo essere credibili e chiedere un’altra Europa se la discussione sul bicameralismo da 30 anni è sempre quella. Chiedere stabilità se il nostro sistema elettorale non è in grado di garantirla. Come chiedere di superare l’euroburocrazia – ha proseguito il premier – se noi continuiamo a dire che abbiamo un problema nella pubblica amministrazione e non lo riusciamo a affrontare”. O, ancora, come chiedere di “cambiare le regole del gioco sull’occupazione giovanile se noi abbiamo dei numeri che gridano vendetta”, ha aggiunto il premier ribadendo che con il pacchetto di riforme in programma l’Italia è pronta a fare la “propria parte”.

Ue, Renzi “A Ottobre incontro dei 28 in Italia su agenda digitale” – “A ottobre ci sarà un importante incontro sull’Agenda digitale di tutti i 28 Paesi, ne abbiamo discusso con la Merkel e con Hollande” ha detto Renzi.

Renzi “Lavoro per decreto è stato un fallimento” – “Si è pensato di creare lavoro per decreto e si è fallito. Si è pensato di dare garanzie ai giovani moltiplicando norme e si è nuovamente fallito e ora la disoccupazione giovanile è a livelli atroci” ha detto Renzi. “Questo spinga il parlamento ad affrontare la questione anche con temi innovativi”. Per quanto riguarda il taglio dell’Irpef nelle buste paga di chi guadagna fino a 1.500 euro al mese si tratta solo di un primo passo per “rivitalizzare il mercato interno ora bloccato” ha spiegato il premier.

“Su spending review deciderà il governo” – Dopo le anticipazioni sul dossier dei tagli preparato da Cottarelli, il premier tiene a rassicurare che a decidere su cosa eliminare e cosa no sarà il governo. “Presenteremo la spending rewiev alle Camere. Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi decidere. Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no”.

“Tema del 3% oggettivamente anacronistico” – “Il governo ha immaginato per il pacchetto di riforme coperture molto ampie, molto più ampie rispetto all’impegno fiscale. Non è necessario uno sforamento del 3 per cento con un’eventuale possibile modifica dal 2,6 al 3” ha detto Renzi nell’audizione alla Camera. “Noi come Pd abbiamo una caratteristica è cioè quella di approfondire e provare ad affrontare i problemi studiandoli e conoscendoli meglio per farci un opinione. Il tema del 3% come parametro è oggettivamente anacronistico” ha concluso il premier.

 

 

Giuseppe Spadaro

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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