La tragedia del Mediterraneo spiegata da Gad Lerner

Pubblicato il 15 Settembre 2014 alle 12:49 Autore: Clara Amodeo

Perché ci è faticoso raccontare l’umanità fra le sponde del Mare Nostrum? Perché, secondo Gad Lerner, la notizia è troppo grossa, e il lettore medio quasi ci passa sopra. Ci dà infatti fastidio constatare che questo mare, lo stesso che bagna anche Camogli, è teatro di una guerra in corso con migliaia di morti, anche se non sono i nostri. Eppure nemmeno “loro” di quel viaggio ne parlano volentieri. Ma non siamo ancora assolti: sappiamo infatti talmente tanto e abbiamo talmente tanti agganci politici ed economici soprattutto con la Libia che non possiamo non tenerne conto; eppure la legislazione italiana è vecchissima e la normativa che regola il flusso di giovani che arrivano in Italia li frena istintivamente, rimandando tutti gli incubi alle generazioni future.

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E così ora c’è posto solo per il Frontex Plus, la garanzia di pattugliamento e monitoraggio sulla nostra frontiera: ma pattugliare cosa? E Monitorare perché? Può l’Italia spendere 8 se non 9 milioni per salvare stranieri? Secondo Alfano no, ed ecco che giunge la necessità di pattugliare e monitorare le frontiere. Le navi non italiane per altro agiranno solo nelle acque territoriali italiane e sarà l’Italia a decidere se prorogare l’operazione. E attorno a questa tragedia ce n’è un’altra, per lo più taciuta nel tempo: è quella che ci vede avere acconsentito che a un’organizzazione illegale pianificata in un monopolio legale; frenando e disincentivando l’immigrazione abbiamo infatti concesso che al posto di normali mezzi di trasporto (traghetti, voli charter, smistamento e identificazione in appositi presidi internazionali) fossero le mafie transnazionali ad arricchirsi enormemente con soldi il cui uso è dubbio (traffico di armi? Contesa per il controllo di aree di giacimenti petroliferi e gas?). E così abbiamo fatto i furbi: abbiamo lasciato il proibizionismo in vigore nelle barche e a mano a mano che arrivavano gli immigrati abbiamo permesso loro di non essere identificati, incoraggiati così a proseguire il viaggio attraverso la nazione italiana.

Clara Amodeo