Bonus bebè di 80 euro: da Vendola ai sindacati, chi è pro e contro l’iniziativa

Pubblicato il 21 Ottobre 2014 alle 15:04 Autore: Daniele Errera

Aveva promesso 80 euro per i redditi meno bassi, ed ha mantenuto. Adesso Renzi si è lanciato in un’ulteriore battaglia, dalla platea certamente più ristretta ma di sicuro con molte meno risorse a disposizione: il bonus di 80 euro alle neo mamme. C’è chi si schiera a favore e chi, come il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola, contrari.

“Renzi regala alle neomamme pannolini e biberon e noi dovremo chiudere gli asili nido per consentirgli di finanziare la sua prestazione propagandistica nei salotti tv. Bisogna essere un po’ più seri di fronte ai diritti dell’infanzia e al diritto delle famiglie a non crepare di crisi”. Non lascia spazi a doppie interpretazioni Nichi Vedola, Governatore della Puglia. E’ contro il bonus bebè renziano perché elide una serie di risorse che rientrerebbero all’interno del welfare state il quale, più in là, aiuterebbe le famiglie in maniera omnicomprensiva: gli asili nido sono i protagonisti del discorso del leader Sel. Chiudono dovunque per mancanza di finanziamento, mentre sorgono i privati, con delle rette irraggiungibili.

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Fa sponda a Vendola un’inaspettata Lega Nord. Parla Salvini, segretario del movimento padano: “vogliamo fare altri provvedimenti, come rendere gratuito l’asilo nido, che costa a Milano 600 euro e non gli 80 che intende dare Renzi”. Gli fa eco il deputato Roberto Caon: “gli ottanta euro promessi da Matteo Renzi per le neomamme sono l’ennesima marchetta di questo governo a favore degli extracomunitari”, sostiene il parlamentare leghista. “La gran parte di quelle risorse andrà infatti a finire nella tasche di tutti quei cittadini stranieri che, in controtendenza rispetto al trend delle coppie italiane, avranno un figlio entro l’anno prossimo. Invece di aiutare chi è nato e lavora da sempre in questo Paese, il governo continua nella sua politica a favore degli stranieri e degli immigrati”, conclude Caon.

Forza Italia si trova nel mezzo, fra coloro che attaccano e coloro che difendono il bonus. Parla Elena Cementero, deputata azzurra: “gli 80 euro per le neomamme sono un primo, tardivo segnale di attenzione nei confronti delle donne, dopo che Renzi ha voluto tenere per sé le competenze in materia di Pari Opportunità senza, di fatto, esercitarle. Il bonus è una buona iniziativa, ma c’è bisogno di una politica di più ampio respiro in favore delle donne”.

Chi nell’emiciclo a destra della Presidente Boldrini chi apprezza, invece, il bonus bebè è il Nuovo Centrodestra che, attraverso le parole di Dorina Bianchi, sostiene l’iniziativa: “il bonus di 80 euro alle neomamme va incontro a un’esigenza fondamentale del Paese”, che è quella di tornare a crescere, a partire dalla famiglia e che sia “uno dei migliori investimenti che possiamo fare per il futuro”.

Dove si balla si più, al solito, è nel Partito Democratico: Matteo Colaninno, che parla di “una scelta di speranza per il Paese e di Stato che investe sul futuro”, si trova su posizioni diverse rispetto a quelle di Cesare Damiano, secondo il quale “fare tante promesse non serve se poi non ci sono le risorse per renderle concrete”.

Cesare Damiano

Anche i sindacati si esprimono nei confronti di quest’iniziativa di sicurezza sociale. Per la Cgil parla la segretaria generale, Susanna Camusso: “non so se l’intervento possa essere coperto dal mezzo miliardo del fondo per la politica per la famiglia: spero che gli 80 euro siano accompagnati da una politica di scuole per l’infanzia. Mi sarei aspettata più una politica di sostegno per famiglie in povertà”. Su una linea più dura l’Ugl: trovata propagandistica, affermano. Chiude il ciclo di reazioni la Codacons, associazione di consumatori, quando afferma come gli 80 euro siano un “segnale importante, ma assolutamente insufficiente”.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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