Legge elettorale, D’Alimonte: “Col tramonto di Berlusconi sta tramontando il bipolarismo”

Pubblicato il 23 Ottobre 2014 alle 10:08 Autore: Gabriele Maestri

La legge elettorale sembra stia per tornare al centro del dibattito politico. Ne ha riparlato lunedì 20 Ottobre Renzi nel corso della direzione del Pd. Interviene sul tema legge elettorale il prof. D’Alimonte che parla di uno scenario politico nuovo “Con un forte Pd in posizione centrale. Solo il Pd, o meglio il Partito della Nazione, potrebbe essere funzionale alla stabilizzazione del sistema minacciato da una destra agguerrita, una sinistra residuale e l’incognita dei grillini”.

L’esperto di sistemi elettorali Roberto D’Alimonte spiega a Repubblica che”per evitare questo rischio fra le modifiche all’Italicum si devono prevedere 340 seggi a chi vince al secondo turno. Ma col tramonto di Berlusconi sta tramontando anche il bipolarismo della Seconda Repubblica. Stiamo tornando ad un’Italia governata da un grande centro imperniato sulla figura di Renzi”.

legge elettorale dalimonte

Alla domanda sul perché Berlusconi dovrebbe accettare il premio alla lista o al partito, D’Alimonte osserva: “forse ha capito che non è più in grado di ricompattare tutto il centrodestra, idea che stava dietro alle mediazioni di Verdini. Perchè si era partiti da un modello spagnolo che produceva un sistema bipartitico. Ma poi, sotto la spinta di Letta, dei piccoli partiti e di altre pressioni, l’idea bipartitica era stata abbandonata e si era passati al Porcellum corretto e poi all’ Italicum. Forse il Cavaliere – prosegue – ha capito oggi che il tempo del centrodestra unito è finito”.

“La Lega di Salvini – continua – ha imboccato una deriva lepenista, radicale, anti-sistema e Salvini snobba gli accordi perchè pensa di erodere una parte dei voti berlusconiani. Meglio allora un accordo con Renzi. Ma Berlusconi potrebbe riservare ancora qualche sorpresa”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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