Patto del Nazareno: Renzi e Berlusconi, paradossi e finti scricchiolii

Pubblicato il 13 Novembre 2014 alle 11:42 Autore: Antonio Atte
legge elettorale - berlusconi quirinale

Altro che scricchiolii, sgretolamenti o frenate varie. Il Patto del Nazareno è vivo e lotta insieme a noi. Che il dialogo tra Renzi e Berlusconi non fosse minimamente in pericolo, era già cosa nota. E il comunicato congiunto diramato ieri sera da Pd e Forza Italia dopo il faccia a faccia di un’ora e mezza tra i rispettivi leader, di fatto certifica il clima di cordiale confidenza nel quale si è svolto il loro ottavo incontro in undici mesi.

Renzi e Berlusconi: “L’accordo è più solido che mai”

La nota si affanna a specificare che “l’impianto di questo accordo è oggi più solido che mai”. E non c’è Fitto o Brunetta da una parte, e sinistra “radicale” dall’altra, che possano incrinare la corrispondenza d’amorosi sensi da tempo instauratasi tra i due non-alleati. Renzi e Berlusconi si apprezzano e se fosse per loro, l’intesa procederebbe spedita verso l’attuazione delle riforme: quella elettorale, in primis. Ma entrambi devono tenere conto dei dissidi interni, delle insofferenze (peraltro legittime) manifestate da chi, nel partito, vorrebbe affrancarsi dal Patto del Nazareno.

incontro renzi berlusconi

Italicum, non c’è intesa su soglia al 3% e premio alla lista

E così, in questo clima da Montecchi e Capuleti, ecco spuntare un comunicato che sarebbe eufemistico definire paradossale. “Siamo in disaccordo su due punti cruciali: soglia di sbarramento al 3% e premio alla lista anziché alla coalizione. Ma la nostra intesa è più solida che mai”. Praticamente è questo il succo della nota congiunta. Le differenze registrate – prosegue il comunicato – “non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula al Senato dell’Italicum entro il mese di dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015”. Si va avanti, insomma, ma non si sa con quali voti. Nel frattempo, Renzi può tenere a bada Alfano, accontentato sulla soglia al 3% e sulle preferenze, e Berlusconi silenziare chi, tra i suoi, criticava una soglia troppo bassa, raccontando di una strenua resistenza opposta al giovane premier decisionista.

Renzi e Berlusconi: “Legislatura avanti fino al 2018”

Altro passaggio importante del comunicato: “Questa legislatura, che dovrà proseguire fino alla scadenza naturale del 2018, costituisce una grande opportunità per modernizzare l’Italia”. Ovviamente questo è da vedere. Berlusconi ha tutto l’interesse del mondo a scongiurare un eventuale voto anticipato, che di fatto lo condannerebbe, considerato lo scarso gradimento di cui attualmente gode, all’irrilevanza politica. Rimanere seduto al tavolo per non essere tagliato fuori dai giochi: questo è ciò che più gli preme. Anche perché le dimissioni di Napolitano sembrano ormai prossime. E Forza Italia ci tiene assai ad avere voce in capitolo nella scelta del prossimo uomo – o della prossima donna – del Colle.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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