Factory dem, Renzi: “L’Italia ha un problema di autostima”

Pubblicato il 9 Dicembre 2014 alle 11:01 Autore: Ilaria Porrone
Factory

“Chiedere al PD di svolgere bene il suo ruolo di asse portante della democrazia italiana e ricordargli di essere una grande comunità”: è questo l’obiettivo dei Giovani Democratici, espresso nel manifesto della ‘Factory’, la Leopolda dei Giovani Democratici a Roma. Un manifesto che suona come un rimprovero nei confronti dei ‘vecchi’ del partito, troppo spesso legati alle logiche di corrente che hanno danneggiato il l’organizzazione: “La Factory ha quest’obbiettivo: mettere in circolo le idee, farle confrontare, sperimentare nuove forme di discussione anche all’interno del Partito Democratico, e non solamente nelle organizzazioni di corrente”.

La due giorni romana ha visto la partecipazione di centinaia di giovani provenienti da tutta Italia, ma anche iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico, che si sono confrontati su diversi temi: sono stati oltre 30 i tavoli di discussione organizzati nello stile della kermesse fiorentina. Mafie, corruzione, governance europea, ma anche forma di partito e politiche di genere: nei vari tavoli iscritti e simpatizzanti, con l’aiuto di esperti e moderatori, hanno discusso e approfondito i temi più svariati.

I saluti di Ignazio Marino

La convention si è aperta con i saluti di Ignazio Marino, accolto dagli applausi dei partecipanti. Riguardo le ultime vicende su “mafia capitale” che hanno colpito anche esponenti della maggioranza, il Sindaco di Roma ha dichiarato: “Roma non è una città mafiosa, è una città sana e non è necessario lo scioglimento per mafia”. Poi ha aggiunto: “Nelle intercettazioni sentiamo i boss dire con la prossima amministrazione non si faranno affari. Io non mi dimetto, io ho intenzione di andare avanti e governare per bene questa città”.

Mentre la prima giornata è stata incentrata sul confronto e lo scambio di idee, la seconda ha visto l’intervento dei “big” del Partito Democratico. Si sono alternati sul palco Gero Grassi, Luigi Zanda, Gianni Cuperlo e molti altri esponenti del partito. In tutti gli interventi non sono mancati i riferimenti alla situazione che sta vivendo la città, destinata ad avere ulteriori sviluppi e probabilmente sorprese. Gianni Cuperlo ha citato una famosa scena del film di Francesco Rosi del 1936, “Le mani sulla città” che si chiudeva con la frase: “In politica l’indignazione morale non serve a niente”. Cuperlo ha dichiarato: “Ciò che impressiona è che in tutti questi anni la politica non si è mai liberata del ricatto della classe dirigente”.  Anche Matteo Orfini, presidente del PD e neo commissario del partito romano, approfitta dello spazio per fare autocritica: “C’è chi ha consentito di guadagnare sulla disperazione delle persone” e ha aggiunto: “La sfida del Partito Democratico è vincere la crisi, non il prossimo congresso. Ci preoccupiamo più del prossimo congresso che di quello che avviene fuori”, “noi siamo al governo, dobbiamo trasformare il paese e la direzione di marcia è quella del cambiamento”.

renzi Factory

L’intervento di Renzi

Nel primo pomeriggio è arrivato l’intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier ha esordito così: “Molti di voi l’otto dicembre dello scorso anno non erano con me. Questo è il primo dei quattro anni pieni che faremo insieme”. Renzi, rivolgendosi ai giovani del partito, afferma che il punto da cui partire è “convincere voi, non gli italiani. Se fate quello che dovete fare l’Italia cambia davvero. L’Italia ha tutto per competere a livello globale, ma ha un problema di autostima”. In questo contesto l’impegno delle nuove classi dirigenti diventa fondamentale: “Se volete essere gruppo dirigente noi ne siamo orgogliosi ma voglio che voi ci mettiate alla prova: perché siete un pezzo della scommessa dell’Italia”, una scommessa che parte dal PD: “La mia segreteria durerà quanto la legislatura. Dobbiamo cambiare il Paese, non c’è spazio per le invenzioni”.

Renzi: “L’Europa torni ad essere una comunità”

Le sfide che si pongono sono molte, prima di tutto in Europa, dove “noi stiamo facendo una battaglia che non è sullo ‘zero virgola’ ma è di impostazione ideologica e filosofica. Rispettiamo gli accordi, ma l’Europa prima di essere contratto è una comunità”. Sul Mediterraneo, il premier annuncia: “ho dato disponibilità a che la questione della Libia sia affrontata con il massimo coinvolgimento dell’Italia, a partire da quello diplomatico”. Infine sull’Expo: “una gigantesca opportunità per l’Italia perché mette al centro il tema del cibo, dello stile vita, del modo in cui facciamo uso delle risorse”.

Renzi: “Grazie a noi Grillo è tornato a fare show”

Sulle questioni interne, Renzi non risparmia battute su Grillo: “Grazie a noi Grillo è tornato a fare spettacoli”; il segretario poi si rivolge a Matteo Salvini sul tema dei campi rom: “Dire che la legge è uguale per tutti significa dire che i bambini hanno diritto di andare a scuola. In questa finanziaria ci sono duecento milioni per le periferie perché la demagogia di chi da vent’anni ti rappresenta a Milano o in Europa non serve a risolvere i problemi” e ancora “non possiamo avere paura di Salvini, mi riferisco alle idee politiche non alle copertine, io ho fatto Fonzie, lui può fare l’orso Yoghi”. Infine sul Jobs Act l’invito è “non darne una rappresentazione macchiettistica: ci sono posizioni che da sempre il partito ha espresso come fondamentali”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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