Pd, Boccia “Renzi non usi metodi da Isis”

Pubblicato il 21 Gennaio 2015 alle 14:36 Autore: Felice Tommasino
francesco boccia attacca renzi e passa a opposizione nel pd

Continua il fermento nel Pd. Boccia critica il premier : “Renzi non usi metodi da Isis”. Parole dure quelle pronunciate dal Presidente della commissione bilancio della Camera nell’intervista esclusiva concessa ad Affaritaliani.it. Rimbombano assai più forte perché pronunciate da Francesco Boccia che non appartiene ai dissidenti del Pd. Anzi, di questo può essere considerato uno dei massimi esponenti in questo momento. Va contro il proprio leader ma non risparmia di richiamare al senso di responsabilità gli appartenenti alla minoranza Pd.

Boccia su Investment Compact

L’intervista parte col botto. È una critica stilistica che muove dalla richiesta di considerazioni riguardo l’Investment Compact, argomento all’ordine del giorno nel Consiglio dei Ministri: “Intanto, se iniziassimo a utilizzare la lingua italiana per chiamare i provvedimenti – invece di un inglese imparaticcio, impiegato da persone che spesso neanche conoscono la lingua – eviteremmo di creare quest’enfasi, che solitamente si traduce in nulla, intorno a provvedimenti di natura economica”. Tanto rumore per nulla? Il provvedimento punta a ridare slancio alle piccole e medie imprese ma fa discutere per una norma che, a detta di molti, potrebbe rappresentare il primo di una lunga serie di salvataggi a vantaggio di istituti di credito in difficoltà. Sono tra questi Carige e Mps.

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“Smettiamo con la propaganda. Voglio credito alle aziende”

La norma cambierebbe la governance delle Banche Popolari costringendo il Credito Cooperativo a diventare Spa. Boccia non ha dubbi: “Non penso che l’opzione di obbligare all’aggregazione possa essere la soluzione a tutti i mali. Un conto è contemplarne la facoltà, un conto è la costrizione”. E aggiunge: “Spero che il governo faccia una seria riflessione su che cos’è il credito: smettiamo con la propaganda, non mi interessa se ci sono tante o poche banche, voglio credito alle aziende. E questo oggi non c’è”.

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Nel provvedimento discusso in Cdm è prevista la possibilità per le piccole aziende di ricorrere alla Borsa come strumento per raccogliere credito: “Oggi, improvvisamente, torna in agenda la possibilità di quotare le banche. Ma, personalmente, sono stanco della propaganda fine a se stessa. Voglio che ci sia la possibilità di ristrutturare il credito, mantenendo la governance preferita dagli istituti di credito”. E avverte: “Se poi ci saranno ulteriori incentivi, di altra natura, ben vengano. Ma così no”.

“Mi auguro che sia davvero l’ultimo annuncio”

Sui vantaggi che trarrebbero dalla norma sopra citata gli istituti di credito in difficoltà, Boccia riserva un’altra critica al Governo Renzi: “Voglio dirlo con estrema franchezza: le aziende che non funzionano, anche se sono aziende del credito, devono essere lasciate ‘andare’, tutelando gli azionisti ma non per questo rivoluzionando il sistema economico per salvare il salvabile”. E ancora: “Da dirigente del Partito Democratico auspico invece un rapido confronto sull’unico tema che interessa le famiglie: l’accesso al credito. E questo non può certo essere discusso dimenticando il rapporto profondo che lega alcuni istituti di credito al territorio di appartenenza. Non è certo accorpando le banche che si danno le risposte attese”. Poi l’invito a Renzi e alla sua squadra: “Iniziamo a utilizzare la trasparenza, valore che non vedo nelle scelte di politica economica”. Conclude: “Mi auguro davvero che sia l’ultimo annuncio”.

Boccia duro anche sull’Ilva

La posizione assunta da Boccia sulle banche popolari è inaspettatamente dura. Ed altrettanto dura lo è sui provvedimenti che riguardano l’Ilva di Taranto: “Ogni volta mi sfugge qual è il bene collettivo di questi provvedimenti. Continuo a intravedere soltanto il bene specifico, che si rivolge a pochi e non alla collettività”.

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Proprio sull’Ilva, il presidente della commissione Bilancio ammette: “Su Ilva ero contrario – e lo rimango tutt’ora – all’amministrazione straordinaria. Si crea un precedente pericoloso”. Poi lancia il suo punto di vista: “Prima di tutto è fondamentale riprendere il tema delle bonifiche: vanno fatte! E l’azienda potrà ricominciare a produrre solo dopo averle effettuate”. Osserva però: “Peccato che i soldi in cassa non ci siano, e che tocchi quindi allo Stato accollarsi le spese. Ma a questo punto si dà la stura a una nazionalizzazione dell’Ilva: che mi sta anche bene, purché, però, questa venga fatta da un’azienda pubblica”. L’altro punto chiave della questione riguarda le aziende fornitrici dell’Ilva. A queste era stata data la garanzia dello Stato già dal primo commissariamento. Una garanzia che ora, con l’amministrazione straordinaria, sembra venire meno: “Mi auguro che il Governo intervenga tempestivamente sulla questione”. Boccia fa notare: “Stiamo parlando di 2-300 piccole e medie imprese che in alcuni casi legano la loro vita a queste forniture”.

Ipotesi scissione Pd “Non può finire tutto in una sola giornata”

Sull’ipotesi di scissione del Pd rilanciata da Civati, Boccia è sicuro: “È il sogno di una sinistra moderna, riformista ed europeista. Non può finire tutto in una sola giornata solo perché c’è un gruppo dirigente che rischia di portarci sulla strada sbagliata”. Aggiunge: “Siamo una grande comunità politica e, come è stato chiaro coi precedenti segretari, le altre voci all’interno del partito sono un valore aggiunto”. E ancora: “il giorno in cui dovessi pensare alla fine della mia esperienza nel Partito Democratico sarebbe il fallimento di un’intera carriera politica”.

 

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Boccia richiama la minoranza Pd al senso di responsabilità: “L’ho già detto a Civati, mi auguro che i miei compagni di partito siano responsabili”. Ma ammette: “Al tempo stesso, però, capisco perfettamente il disagio, l’umiliazione continua di essere trattati come dei reietti. E anche questa continua propaganda è francamente insopportabile”. Poi aggiunge: “Difendo la maggioranza di cui faccio parte, anche quando non condivido le strade intraprese (ma in quel caso combatto duramente)”.

Stoccata al premier: “Modello Isis non serve per gestire il partito”

Ed ecco la stoccata al premier: “Renzi non può pensare che chi non condivide la sua visione vada cinicamente ripudiato. Il modello ISIS non serve per gestire il partito”. Ma ribadisce la volontà di tenere unito il partito: “Bisogna batterci per i principi e le idee fondanti, bisogna, insomma, essere sempre maggioranza”.

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“Cofferati ha sbagliato”

In merito è chiaro il punto di vista di Boccia sulle discusse primarie in Liguria e la successiva uscita di Sergio Cofferati dal Pd: “Penso che Cofferati abbia sbagliato. Le primarie si possono perdere, se ci sono dei raggiri tocca alla magistratura e agli organi interni verificarle”.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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