Dl Irpef, Brunetta chiede a Renzi di ritirare decreto “Ha causato calo Pil”

Pubblicato il 16 Maggio 2014 alle 13:17 Autore: Gabriele Maestri

Brunetta dopo la notizia di ieri del Pil negativo (-0,1%) nel primo trimestre del 2014 chiede al premier di ritirare il decreto legge sul bonus Irpef: “Dopo la gelata di ieri, evidenziata dalla batteria dei dati (Pil, borsa e spread), che hanno funestato il clima economico-finanziario dell’Italia, se Matteo Renzi avesse un minimo senso di responsabilità dovrebbe ritirare il decreto legge sul bonus Irpef“.

Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera Brunetta: “L’effetto annuncio di quel provvedimento, che risale all’indomani della sua nomina, il 22 febbraio non solo non ha prodotto i risultati sperati, ma si è trasformato in un boomerang. Fin troppo scontate le aspettative dei consumatori, che non hanno anticipato acquisti, nella consapevolezza che quel provvedimento elettorale, sprovvisto di adeguate coperture, avrebbe determinato un corto circuito”. “La manovra in deficit – continua Brunetta – comporta, infatti, in una prospettiva di medio periodo una manovra correttiva o l’incubo di una nuova procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. In attesa di eventi funesti, quindi, gli italiani hanno preferito tirare i remi in barca e risparmiare, nel timore di tempi peggiori. Intanto il prelievo fiscale – si veda la pantomima sulla Tasi – sulle abitazioni terremotava ancora di più il settore immobiliare, che rappresenta uno dei volani della possibile ripresa”.

brunetta

“Va da sé che la frenata congiunturale, sommata alla manovra in deficit per soddisfare le esigenze del ‘ciclo elettorale’ – aggiunge Brunetta -apre uno scenario inquietante. Aumenta cioè la probabilità di una manovra correttiva, all’indomani degli esiti della competizione elettorale, sempre che non si voglia correre l’avventura di una nuova procedura d’infrazione. I segnali ci sono tutti. Le entrate tributarie, nei primi tre mesi dell’anno, hanno subito una contrazione dello 0,6 per cento, come certifica l’ultimo referto del Mef. Tuttavia l’Imu ha portato nelle casse dei Comuni circa 500 milioni in più, con un aumento del 340 per cento”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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