Riforme e PD, Bersani apre al premier Renzi: “Bene dialogo, ma si cambi art. 2”

Pubblicato il 19 Settembre 2015 alle 10:27 Autore: Redazione
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“Leggo di disponibilità a discutere modifiche delle norme sul Senato. Sarebbe davvero una buona cosa”. A tendere la mano al governo e al premier Matteo Renzi sul versante delle riforme e a cercare di ridurre la distanza tra il nuovo corso e la minoranza interna dissidente è Pier Luigi Bersani, predecessore di Renzi alla segreteria del PD. Che aggiunge, spiegando chiaramente il punto attorno al quale ruota tutta la questione: “La questione di fondo che è stata posta è semplice: bisogna che, in modo inequivocabile, siano i cittadini-elettori a decidere, e questo può solo essere affermato dentro l’articolo 2 del provvedimento”. Via al dialogo, dunque, ma a patto che “lo si faccia con chiarezza e semplicità. Con la consapevolezza, cioè, che ambiguità, tatticismo, giochi di parole, potrebbero solo aggravare una situazione già complicata”.

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Riforme, trapela ottimismo

Fiducia trapela anche dalle parole del presidente del Senato Pietro Grasso, che è ottimista a proposito di un’intesa da raggiungere “anche in zona Cesarini”, pur non sbilanciandosi sull’ipotesi di modificabilità dell’art.2.

Positiva anche Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali al Senato: “Sono convinta che ci siano tutte le condizioni e la Direzione del Pd di lunedì è un passaggio importante, per arrivare a scrivere una buona riforma costituzionale e del Senato con una ampia condivisone nel mio partito, nella maggioranza e nell’aula di Palazzo Madama”.

A sottolineare la possibilità di un clima disteso sono anche i due capigruppo del PD. Secondo quello della Camera, Ettore Rosato, “Il Pd non può spaccarsi su un tecnicismo. Siamo aperti al confronto. A noi interessa dare all’Italia istituzioni più moderne tutte le soluzioni tecniche per noi sono buone”. Gli fa eco il presidente dei senatori dem Zanda: “La riforma verrà approvata e verrà approvata anche molto velocemente”. Ma avverte: “Escluso il comma 5, l’articolo 2 deve essere lasciato così come è perchè è stato approvato sia dalla Camera che dal Senato”.

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