Penati dopo l’assoluzione: la politica è una passione, una malattia che non passa

Pubblicato il 17 Dicembre 2015 alle 11:40 Autore: Redazione
Penati, Pd, politica, Filippo Penati al telefono con giacca e cravatta

Libero dalle accuse di concussione e corruzione l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati racconta come ha vissuto questi lunghi anni in cui è stato imputato nel processo del cosiddetto ‘Sistema Sesto’ ed illustra i suoi programmi futuri senza escludere la possibilità di tornare a fare politica. Perché dice l’ex capo della segreteria Bersani del Pd “la politica è una passione, una malattia che non passa. Ma non per questo è necessario avere incarichi o posti. La politica si fa con l’impegno. E il mio c’è”.

Penati, Pd, politica, Filippo Penati all'ingresso della sede nazionale del Partito Democratico ed alle sue spalle il simbolo del Pd

Penati: “Codardia dal Pd”

Filippo Penati ne parla al Corriere della Sera e a pochi giorni dalla sua assoluzione riferisce di aver sofferto per la cancellazione dall’anagrafe degli iscritti del partito: “Due giorni dopo l’avviso di garanzia, mi ero già autosospeso da tutto. Ma la commissione di garanzia del Pd mi ha cancellato dall’anagrafe degli iscritti. Il Pd si comportò con un tasso altissimo di codardia. In quel caso e quando i Ds si costituirono parte civile contro di me”.

I messaggi ricevuti da Bersani, D’Alema, Letta, Guerini

Dopo la sentenza che lo ha assolto ha ricevuto “solidarietà importanti”. E ne cita alcuni: “Ho apprezzato tra gli altri il tweet di Bersani, che non sentivo dal giorno prima dell’avviso di garanzia e un caloroso sms di D’Alema. E mi ha colpito un sms di Enrico Letta: ‘Saremo in tanti a doverti delle scuse’. Racconta di aver ricevuto anche “la chiamata di Lorenzo Guerini. Una telefonata di grande valore umano, ma anche di evidente significato politico, visto che parliamo del vicesegretario del Pd”.

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