Italicum, per la minoranza Pd non tutto è perduto

Pubblicato il 22 Gennaio 2016 alle 18:53 Autore: Redazione
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Italicum, per la minoranza Pd non tutto è perso

Da mesi minoranza Pd e sinistra chiedono che si modifichi in alcuni punti la legge elettorale preparata dal governo. L’Italicum viene considerato, da Bersani a Speranza passando per Fratoianni, Fassina e Vendola, una minaccia per la democrazia che rischia di dare il potere ad un uomo solo, in questo caso, Renzi. Ma è davvero così? Secondo un’analisi condotta da Francesco Verderami sul Corriere della Sera, no. “La tesi che Renzi si sia ritagliato un regime su misura non ha fondamento – scrive Verderami – Il destrino del futuro premier sembra già segnato: sarà costretto in ogni caso a guidare un governo di coalizione dentro un sistema che offrirà al Parlamento una rinnova centralità”.

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“Sembrerà incredibile, ma sono i numeri a cancellare dubbi e timori. Semmai Renzi vincesse nelle urne, arriverebbe alla Camera con 340 deputati, grazie al premio di maggioranza. Resta ancora da capire se il premio verrà assegnato alla coalizione o se resterà legato alla lista. E tocca al leader del Pd decidere se scegliersi dei «compagni di viaggio» o «ballare da solo» quando si andrà a votare. Non è un dettaglio di poco conto, ma gli effetti sarebbero (quasi) simili: nel primo caso — dopo l’eventuale successo alle elezioni — nascerebbe un governo di coalizione tra partiti, nel secondo caso un governo di coalizione tra correnti dello stesso partito. L’Italicum, infatti, garantirebbe a Renzi solo 24 deputati in più dei 316 necessari alla Camera per una maggioranza. Un margine esiguo perché non debba poi dipendere dai voti (e dai veti) della minoranza pd”.

Italicum, la guerra dei capilista

Alla minoranza Pd, spiega ancora Verderami, basterà ottenere il dieci per cento degli eletti per tenere in scacco il premier segretario. E anche sulla scelta dei capilista bloccati sarà guerra.

Non è un caso quindi se recentemente Renzi abbia iniziato a pensare ad un rimpasto anche dentro il Pd, promuovendo i giovani bersaniani come Amendola, a ruoli di vertice, con il solo scopo di allontanarli dalla casa madre, la minoranza dem.

 

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