Che cosa si sa sulle presunte nozze tra La Stampa e Repubblica

Pubblicato il 2 Marzo 2016 alle 15:48 Autore: Redazione
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Il matrimonio tra La Stampa e La Repubblica si farà. La notizia, riportata stamani dal Fatto Quotidiano (“Agnelli – De Benedetti oggi sposi. Sta per nascere la Stampubblica. Il giornale della Nazione”) trova conferme negli ambienti economici. Secondo Milano Finanza, “l’operazione  prevedrà la sottoscrizione di un patto di sindacato che vincolerà tutti i protagonisti del deal e darà stabilità al nuovo polo editoriale che avrà la leadership nazionale in fatto di mercato e un radicamento forte nel Centro-Nord Italia grazie alle sinergie plausibili legate alla gestione dei quotidiani Repubblica, Stampa e SecoloXIX”.

Come avverrà l’operazione?

Secondo Milano Finanza, ci sarà un aumento di capitale riservato che verrà lanciato dal Gruppo L’Espresso a favore di Fca “che conferirà Itedi, la casa editrice proprietaria delle testate piemontesi e liguri e della concessionaria Publikompass”.

Ad avere il ruolo di principale socio sarà la holding Cir  che al termine del processo, per il quale occorrerà forse un anno, avrà una partecipazione del 43%. Mentre Fca  avrà potenzialmente il 15-16% e la famiglia Perrone, attuale azionista al 23% di Itedi avrà il 5-6%. Il gruppo automobilistico poi procederà alla suddivisione della sua quota tra tutti i suoi soci, e così al termine dell’operazione, Exor  avrà il 5-6% come i Perrone.

John Elkann entrerà nel cda del Gruppo L’Espresso , mentre la guida operativa della casa editrice resterà saldamente nelle mani dell’attuale ad, Monica Mondardini, e la presidenza a Carlo DeBenedetti. Vista la portata dell’integrazione, i vertici dei quattro soggetti interessati dall’operazione, secondo indiscrezioni, hanno già presentato il progetto sia alla Consob sia all’Agcom. In quest’ultimo caso perché l’aggregazione probabilmente comporterà il superamento dei tetti per la concentrazione nel campo editoriale.

E’ quindi ipotizzabile che il Gruppo L’Espresso  verrà poi obbligato dalle authority di controllo a cedere alcuni dei 17 quotidiani regionali e locali di proprietà e radicati su gran parte del territorio italiano. Mentre sinergie e tagli di costo, soprattutto in Liguria e in Piemonte sono possibili visto che sia Repubblica ha una storica presenza sia a Genova sia a Torino e a questo punto le 4 redazioni potrebbero essere accorpate o ridimensionate, con inevitabili tagli e ristrutturazioni. Con quelle di Stampa e SecoloXIX che in futuro potrebbero fungere pure da service editoriale per l’intero nuovo polo editoriale.

La conferma del matrimonio arriverà a mercati chiusi. A confermarlo è un portavoce del gruppo Espresso alla Reuters.

L’accordo era nell’aria da tempo

Nino Sunseri su Libero Quotidiano ha affermato che il matrimonio tra le due testate era previsto da tempo (lo aveva già anticipato mesi fa Dagospia).

I fatti concreti che portano in direzione dell’unione civile sono due. Uno è ben noto: il passaggio di Mario Calabresi dalla direzione della «Stampa» a quella de «La Repubblica». L’ altro ha avuto una eco meno acuta: da domenica prossima «L’ Espresso» uscirà come supplemento de «La Repubblica». Vuol che il settimanale cerca la stampellla della sua più giovane e robusta figlia.

L’accordo tra i gruppi era stato anticipato anche da Il Foglio che parlava di uno smarcamento della famiglia Agnelli da Rcs.

L’ ipotesi di una fusione tra Rep. e Stampa potrebbe essere facilitata anche dal cambio di direttore (Mario Calabresi, direttore di Repubblica, viene dalla Stampa) e l’ operazione sarebbe plausibile anche perché il gruppo Espresso gode di buona salute grazie alle cure chirurgiche di Monica Mondardini. Elkann sa che coi giornali non si fanno i soldi, ma sa anche che questa pista potrebbe essere meno onerosa di quella che prevede la famiglia stabile in Rcs.

Il rischio-Repubblica è calcolato: operazione a prezzi di saldo, cifre ridicole per l’ enorme liquidità di cui dispone la famiglia grazie anche allo scorporo della Ferrari. Rimane da decidere con quale veicolo svolgere l’ operazione: la partecipazione nell’ Economist è in capo a Exor, quella nel Corriere ricade invece su Fca. Il disimpegno futuro dal Corriere, dunque, non coinciderà con un addio della famiglia al mondo dell’ editoria ma sarà il preludio per una nuova fase storica.

L'autore: Redazione

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