La strategia del M5S (e le critiche ad essa) sulla guerra in Libia

Pubblicato il 10 Agosto 2016 alle 11:51 Autore: Ilaria Porrone
movimento 5 stelle beppe grillo

La strategia del M5S (e le critiche ad essa) sulla guerra in Libia

No all’utilizzo delle basi militari italiane per gli interventi in Libia, no ai bombardamenti contro lo Stato Islamico, si all’aiuto della Russia per sconfiggere il terrorismo. E’ questa la strategia di politica estera del M5s su un possibile intervento militare nel paese africano. A spiegarla è stato lo stesso on. Alessandro Di Battista che nel suo intervento alla Camera ha spiegato che i bombardamenti chiesti dal governo di Tripoli comporterebbero il rischio di far percepire l’Italia come un possibile nemico, e avrebbero come conseguenza quella di “ricompattare le fazioni libiche contro il nemico occidentale”. Lo stesso pensiero è stato espresso anche dal deputato Manlio Di Stefano, il quale ha chiesto al governo di “escludere ogni azione militare. E collaborare con i Paesi che il terrorismo lo hanno già sconfitto come la Russia e i Paesi del Nord Africa”.

Un orientamento simile era già stato espresso dallo stesso Beppe Grillo, in un post all’indomani della strage di Nizza: per disinnescare la terza guerra mondiale a pezzetti è necessario capire che la vera minaccia per il nostro futuro non è la Russia ma il terrorismo internazionale”. Una posizione che ha portato a diverse critiche, per prima quella di un eccessivo immobilismo che porterebbe l’Italia ad un ruolo marginale nello scacchiere internazionale. Non meno importanti sono le perplessità di chi vede il M5s troppo sbilanciato a favore della Russia di Putin. E forti critiche sono arrivate anche da Luis Orellana, deputato eletto nel M5s e passato al gruppo misto.

governo libia, serraj, isis libia

Guerra in Libia, le critiche di Orellana (ex M5S)

Orellana vede nella posizione del movimento una semplice strategia di opposizione al Partito Democratico e al Governo di Matteo Renzi, dettato da semplici convenienze politiche. La scelta di non appoggiare l’intervento in Libia sarebbe causata da una scelta strategica: “il M5s si prepara, opportunisticamente, a dire l’avevamo detto se in futuro avvenisse malauguratamente un attentato in Italia” . Un’opposizione che avrebbe come motivazione anche l’ormai nota attenzione del M5s ai sondaggi e al pensiero dell’opinione pubblica.

Secondo l’ex penta stellato, il movimento appoggerebbe: “una certa avversità, che si va diffondendo, nei confronti dei migranti che sbarcano in Italia ma anche la richiesta di corridoi umanitari per favorirne l’arrivo dei migranti in Italia” – e ha aggiunto: da una parte si avvicina alle posizioni della Lega e dall’altra alle proposte della Comunità di Sant’Egidio. Una sintesi che si può permettere fin tanto che non governa e che probabilmente paga come consenso elettorale”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
Tutti gli articoli di Ilaria Porrone →