Riforma Senato, Mineo (Pd) sostituito in Commissione con Zanda. Commento Sen. “Errore, riforme non col muro contro muro”

Pubblicato il 12 Giugno 2014 alle 08:16 Autore: Giuseppe Spadaro
senatore mineo si appella a libertà di mandato

Corradino Mineo senatore eletto nel Pd, vista la sua adesione al Ddl Chiti sulla riforma del Senato, è stato ‘silurato’ dall’ufficio di presidenza del gruppo con votazione a larga maggioranza da membro della commissione Affari Costituzionali del Senato. La sua rivendicata libertà di voto avrebbe potuto pregiudicare l’approvazione del testo proposto dal Governo Renzi. Perciò il Pd ha sostituito Mineo indicando come membro permanente il capogruppo Luigi Zanda.

Il commento del senatore Pd Corradino Mineo: “E’ un errore: non è utile né a Renzi né al governo né al partito cercare di far passare in commissione le riforme con un muro contro muro. E’ un autogol per il governo e per il partito. E’ una decisione che non capisco e non approvo. Domani vedremo, per ora posso dire che non capisco la ratio di questa scelta. Non sono io il problema, il problema è uscire dall’impasse” che si è creata sul ddl del governo.

Il senatore Pd Mineo dichiara all’Huffington Post la sua intenzione di risultare determinante nella votazione in commissione Affari Costituzionali del Senato sulla riforma del Senato. Mineo sa di essere decisivo col suo voto e ragiona a voce alta col giornalista Pietro Salvatori “Se mi sostituiscono che fanno, votano tutto con quindici voti contro quattordici? Non è stato lo stesso Matteo Renzi a dire che non vuole fare le riforme a colpi di maggioranza”. La riforma del Senato dipende dal voto del senatore Pd Mineo critico a più riprese con Renzi.

Le proposte di modifica di Palazzo Madama contenute nel testo di Maria Elena Boschi rischiano di essere riviste in base alle intenzioni di voto di Mineo. Mineo vede di buon occhio il testo alternativo presentato da Vannino Chiti e dichiara: “Non faccio alcuna barricata, ma sottolineo due aspetti che non condivido: la ricentralizzazione che si effettua con la riforma del titolo V, e la presenza di sindaci e rappresentanti delle regioni in Senato per trattare direttamente con il governo”.

Rispetto alla sostituzione di Mario Mauro con Lucio Romano, più vicino alle posizioni della maggioranza di Governo, Mineo non addebita al premier un ruolo attivo ma al Governo manda a dire: “Se l’esecutivo avesse ascoltato di più le 28 ore di dibattito che abbiamo svolto in Commissione avremo già una riforma che supererebbe il bicameralismo, affidando alla Camera i voti sulle leggi di bilancio e il rapporto di fiducia”.

 mineo minaccia tenuta maggioranza su riforma senato

“Perché – continua Mineo – Le riforme si costruiscono confrontandosi, e io, dato per assodato che occorre superare il bicameralismo, ho dei dubbi su un paio di questioni”. Per il senatore “la libertà di mandato è insindacabile, non si tocca”.

BOSCHI, SU MINEO DECIDERÀ GRUPPO PD – Sulla permanenza del senatore dem, Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama “deciderà il gruppo del Pd. Lì c’è un capogruppo, un gruppo, e ognuno ha il suo ruolo e fa le sue cose”. Lo mette in chiaro il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, allontanandosi dall’Aula di Montecitorio. “L’importante -aggiunge interpellata dai cronisti- è che ci sia compattezza nel gruppo del Pd”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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