Referendum, adesso i due fronti puntano sul voto estero

Pubblicato il 11 Novembre 2016 alle 12:12 Autore: Giacomo Salvini

Da qualche settimana Matteo Renzi ha capito che il referendum si giocherà sul filo di lana. All’ultimo voto. E quindi, anche i 4 milioni di italiani iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) che voteranno per corrispondenza dal prossimo 14 novembre potrebbero avere un ruolo decisivo sull’esito della consultazione referendaria. L’affluenza all’estero alle politiche del 2013 si assestò intorno al 30% e quel milione e centomila elettori fanno molta gola sia al fronte del “Sì” che al fronte del “No”. Così, da una parte, Maria Elena Boschi ha girato l’America del Sud (1,3 milioni di italiani) a fine settembre perorando la causa del “Sì” al referendum, mentre il fronte del “No” si sta muovendo solo negli ultimi giorni con le missioni all’estero del 5 Stelle Di Maio in giro tra Londra e Madrid. I favorevoli alla riforma sono sicuramente meglio organizzati fuori dal territorio nazionale, con 43 comitati contro i 27 del fronte opposto. Considerando quindi lo scarto tra fronte del “Sì” e “No” rilevato da tutti gli istituti demoscopici, il milione di italiani all’estero che presumibilmente voteranno tra il 14 e il 24 novembre potrebbe permettere a Renzi di ridurre (se non eliminare del tutto) l’handicap da cui parte oggi sul territorio italiano.

Italiani all’estero, in arrivo la lettera del Comitato “Basta un Sì”

L’interesse del governo nei confronti degli italiani all’Estero è talmente significativo che il Ministero dell’Interno ha posticipato di un mese – da inizio ottobre al 2 novembre – la possibilità di richiedere tramite posta certificata al Consolato del proprio paese (se residenti all’estero) o al proprio comune di anagrafe (se all’estero temporaneamente) il plico per poter votare. In queste ore, inoltre, il Comitato “Basta un Sì” invierà ai 4 milioni di italiani all’estero una brochure in cui vengono spiegate le ragioni per votare “Sì” al referendum costituzionale. Ieri, ai Comitati “Basta un Sì” all’estero, il Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha spiegato che la lettera arriverà “contemporaneamente” al plico del voto ma “non insieme fisicamente” per evitare qualunque polemica.

Boschi, referendum basta un Sì
(Fonte: Comitato”Basta un Sì”)

Referendum, “a rischio il voto estero”

In realtà una questione piuttosto spinosa esiste già ed è stata riportata stamani dal Fatto Quotidiano. Il sistema di voto degli italiani all’estero è “totalmente inadeguato, se non contrario ai principi costituzionali che sanciscono che il voto sia personale, segreto e libero” scriveva nel 2013 il direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero, Cristina Ravaglia, in una missiva inviata all’allora Ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Mario Monti. Lo riporta stamani proprio il Fatto Quotidiano che ha potuto visionare l’imbarazzante documento a cui, però, non sarebbe seguita in questi anni alcuna presa di posizione. Le “incertezze” sul voto all’estero, scrive sempre il quotidiano diretto da Marco Travaglio citando la missiva, sono “l’affidamento ai sistemi locali, i possibili furti, le compravendite, le sostituzioni del votante…”. Si vedrà se verranno presi provvedimenti per tutelare il diritto di voto all’estero, ma a 4 giorni dall’inizio delle operazioni è molto difficile che questo avvenga.

@salvini_giacomo

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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