Riforme, rientrano nel gruppo i 14 senatori autosospesi Pd

Pubblicato il 17 Giugno 2014 alle 13:47 Autore: Giuseppe Spadaro

Rientrano nel gruppo del Pd i 14 senatori democratici che si erano autosospesi per esprimere il loro dissenso nei confronti della sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti dalla commissione Affari costituzionali del Senato. La decisione è arrivata dopo la riunione di questa mattina seguita all’incontro di ieri con il capogruppo del Pd, Luigi Zanda.

zanda riunione 14 senatori pd autosospesi che rientrano nel gruppo

In una riunione durata due ore i 14 senatori che avevano deciso di sospendersi per contestare la sostituzione di Chiti e Mineo in Commissione Affari Costituzionali ci hanno infatti ripensato. La loro sospensione tuttavia – fanno sapere i senatori – comunque non significa aver cambiato idea nel merito ed infatti annunciano “si continuerà a dar battaglia all’interno del Pd”. Restano però l’amaro per i sostituiti e il no ad alcune parti del ddl. “Abbiamo presentato i nostri 25 emendamenti in Commissione – spiega al termine della riunione uno degli autosospesi, Massimo Mocchetti – e se questi non verranno approvati, li ripresenteremo per l’Aula”. “Oggi più che mai – prosegue Mocchetti – portiamo avanti la nostra battaglia anche perchè le cose sono in continuo movimento: il governo dovrebbe incontrarsi con il M5S e poi si è aperto un dialogo anche con la Lega. Insomma, vedremo cosa accadrà”. Mocchetti, sempre conversando con i cronisti, ribadisce come nessuno dei 14 senatori abbia mai pensato in realtà di lasciare il gruppo del Pd. “Non siamo mica Turigliatto”, ironizza il parlamentare. Alla riunione, che si è tenuta nell’ufficio di Vannino Chiti, primo firmatario di un ddl di riforma alternativo a quello del governo, non ha preso parte Felice Casson. A far rientrare la protesta, spiegano alcuni dei partecipanti all’incontro, la dichiarazione, fatta ieri dal capogruppo Luigi Zanda, secondo la quale l’articolo 67 della Costituzione vale in realtà per tutti i parlamentari e in ogni luogo: sia in Aula, sia in Commissione. “Il vincolo di mandato – afferma uno dei 14 – o c’è o non c’è. Non è che esista o meno a seconda del luogo”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
Tutti gli articoli di Giuseppe Spadaro →