Ruby ter, Berlusconi rinviato a giudizio. L’accusa: ha corrotto i testimoni

Pubblicato il 29 Gennaio 2017 alle 10:49 Autore: Giacomo Salvini
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Un nuovo processo. L’ennesimo. Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio ieri con l’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito del Processo Ruby ter. La decisione è stata presa dal giudice per le udienze preliminari (Gup), Carlo Ottone De Marchi, che ha accolto le richieste dei pm Pietro Forno, Luca Gaglio e Tiziana Siciliano. Il processo si aprirà il prossimo 5 aprile e i legali della difesa – Federico Cecconi e Franco Coppi – sono convinti della “possibilità di dimostrare l’estraneità di Silvio Berlusconi ai fatti contestati”.

Insieme a Berlusconi, nel processo Ruby ter, sono stati rinviati a giudizio anche altre 22 persone. Tra queste, oltre alle cosiddette “olgettine” di Arcore, ci sono anche l’ex legale di Karima El Mahroug (detta Ruby), Luca Giuliante, il giornalista Carlo Rossella e la “badante” Maria Rosaria Rossi. Secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe pagato le “olgettine” per un totale di 10 milioni così da addomesticare le loro testimonianze davanti ai giudici dei processo Ruby 1 e Ruby 2. Non solo denaro contante ma anche case, auto e altri benefit. Sette dei dieci milioni sarebbero finiti nelle tasche di Ruby Rubacuori.

Venerdì, il ragioniere Giuseppe Spinelli aveva dichiarato ai magistrati di aver continuato a pagare non 4 ma ben 13 ragazze fino al novembre 2016, notizia che ha portato i pm Gaglio e Siciliano ad aprire una nuova inchiesta sul caso – Ruby 4 – e iscrivere nel registro degli indagati ancora una volta Berlusconi. Spinelli ha raccontato ai pm dei versamenti durati fino a due mesi fa, facendo i nomi delle ragazze coinvolte: Giovanna Rigato, Elisa Toti, Aris Espinosa, Miriam Loddo, Ioana Visan, Silvia Trevaini, Ioana Claudia Amarghiolae, Imma De Vivo, Manuela Ferrera, Barbara Guerra, Alessandra Sorcinelli, Iris Berardi, Raissa Skorkina.

Processo Ruby ter, le assoluzioni precedenti

Nel processo Ruby 1 – il “bis” riguardava solo Emilio Fede e Nicole Minetti – l’ex premier era stato condannato in primo grado a sette anni per concussione e prostituzione minorile e poi assolto in appello (sentenza confermata dalla Cassazione) perché “il fatto non sussiste” (reato di concussione) e perché “il fatto non costituisce reato” (prostituzione minorile). Nel primo caso, i pm non erano riusciti a dimostrare – scrivevano i giudici di Cassazione nelle motivazioni della sentenza – che il pubblico ufficiale avesse “abusato della sua qualità o dei suoi poteri, esteriorizzando concretamente un atteggiamento idoneo a intimidire la vittima, tanto da incidere negativamente sulla sua integrità psichica e sulla sua libertà di autodeterminazione”. E questo non fu provato nella telefonata tra l’allora premier e il capo di gabinetto della Questura di Milano, Pietro Ostuni. Per quanto riguarda il secondo reato, quello di prostituzione minorile, i giudici hanno ammesso che Berlusconi non conosceva la reale età di Ruby. Nonostante questo, concludevano i togati, “è data per acquisita la prova certa che, presso la residenza di Arcore, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Marough”.

“Il fatto concreto è che si processerà Silvio Berlusconi per il reato di generosità” è stata la reazione a caldo dell’avvocato di Berlusconi, Federico Cecconi. Ieri, ancora una volta, tutta Forza Italia si è stretta intorno al suo leader. Il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, ha parlato di un’altra “inquietante” pagina dell’azione giudiziaria contro Berlusconi, mentre la responsabile della comunicazione di FI, Deborah Bergamini, ha vergato un tweet al vetriolo contro “l’assurdo accanimento” nei confronti dell’ex premier. Sostegno all’ex Cavaliere è arrivato anche dal segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che durante la manifestazione “Italia Sovrana” ha attaccato i togati: “Abbiamo l’ennesimo rinvio a giudizio a Berlusconi per le olgettine, i magistrati – attacca il leader del Carroccio – indaghino sui mafiosi invece di fare i guardoni dal buco serratura. Ognuno nel rispetto della legge a casa sua fa quello che vuole”.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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