Quanti sanno tenere una conversazione in italiano in Europa? Ecco una mappa che lo spiega

Pubblicato il 31 Gennaio 2017 alle 17:32 Autore: Guglielmo Sano
mappa italia

Mappa Italia: quanti sanno tenere una conversazione in italiano in Europa?

Nella mappa realizzata da Jakub Marian la percentuale degli europei in grado di tenere una conversazione in italiano, la quarta lingua più studiata al mondo. Nonostante i dati non siano freschissimi – sono i più recenti a disposizione (tratti dall’Eurobarometro 386, risalente al 2012, tranne quelli della Croazia che si riferiscono all’Eurobarometro 243 del 2005) – ci si può comunque fare un’idea di quanti nel “Vecchio Continente” conoscano l’italiano a un livello base.

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Da precisare che secondo gli studi presi in esame, sarebbe in grado di tenere una conversazione in lingua italiana oltre il 95% dei residenti sul territorio del Belpaese. Sono i fenomeni migratori a rendere difficile una rilevazione più esatta. Detto ciò, bisogna inserire nel conto una discreta quota di residenti che hanno appreso l’italiano come seconda lingua.

Mappa Italia: quanti sanno tenere una conversazione in italiano in Europa?

Per questioni legate all’emigrazione dei nostri connazionali, non deve stupire il tasso di coloro in grado di interloquire in italiano stimato per BelgioFrancia. Chi ha come lingua madre il francese deve avere meno difficoltà ad apprendere le basi della lingua italiana. Almeno così pare, guardando alla bassa percentuale di “conversatori” riscontrata in Germania e Regno Unito. Entrambi i paesi sono stati una meta tradizionale dell’emigrazione “europea” degli italiani. Non solo in tempi recenti.

A tal proposito, come è possibile che solo il 2% degli spagnoli sia in grado di tenere una conversazione in italiano? È probabile che la “somiglianza” con il castigliano renda, in qualche modo,”superfluo” imparare (correttamente) la nostra lingua.

Giocano a favore dell’alta percentuale di residenti in grado di conversare in italiano attribuita all’Austria, i numerosi intrecci “storici” con l’Italia, non solo la prossimità geografica. Lo stesso discorso vale ancor di più per Croazia e Slovenia (dove l’italiano, tra l’altro, è riconosciuto lingua co-ufficiale dello Stato). Per gli stessi motivi, nella penisola balcanica e, soprattutto, in Albania – che in quanto paese esterno all’Ue non è stata presa in esame – la percentuale potrebbe essere molto, molto più alta. Non è stata indagata la questione, ovviamente, in Svizzera, San Marino e Città del Vaticano.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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