Sondaggi elettorali Francia, l’analisi: ecco come potrebbe votare l’elettorato socialista

Pubblicato il 3 Aprile 2017 alle 00:01 Autore: Emanuele Vena
sondaggi elettorali francia - Benoit Hamon, candidato del Partito Socialista

Sondaggi elettorali Francia: ecco come potrebbe votare l’elettorato socialista

Una galassia orfana, in cerca di nuovi leader e certezze. Questo è il profilo dell’elettorato socialista transalpino, che emerge dall’analisi dei sondaggi elettorali condotti in Francia, in vista delle presidenziali che si terranno tra aprile e maggio.

Il trend delle rilevazioni non segnala particolari cambiamenti rispetto ai dati delle ultime settimane. Si conferma infatti il testa a testa tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen al primo turno del 23 aprile. I due candidati sembrano dunque sempre più indiziati ad accedere a braccetto al ballottaggio del 7 maggio. Un secondo turno che, tuttavia, continua a premiare largamente il giovane candidato di En Marche!. Il quale resta accreditato di una ventina di punti di vantaggio sulla leader del Front National.

Sondaggi elettorali Francia: la crisi dei partiti tradizionali

Il successo prevedibile – a meno di colpi di scena – di Macron e Le Pen fotografa le grandi difficoltà del centrodestra gollista e dei socialisti. Ovvero, le due aree politiche tradizionalmente predominanti in Francia. Una senso di smarrimento che sembra possa essere intercettato efficacemente proprio dai due outsider. Traducibile da un lato in un voto di protesta a favore del FN e dall’altro nella preferenza per Macron. Il quale sembra l’unico in grado di mettere insieme i delusi dell’uno e dell’altro schieramento. Riuscendo, al contempo, ad arginare l’avanzata della destra populista.

Uno dei punti di forza di Macron – che, come abbiamo già analizzato, sembra poter contare su un elettorato potenzialmente molto ampio, sebbene ancora fluido – potrebbe essere proprio il sostegno di una cospicua fetta dell’elettorato socialista.

Sondaggi elettorali Francia: come potrebbe comportarsi l’elettorato socialista

Secondo l’analisi giornaliera condotta da IFOP – che come abbiamo già visto con Macron, studia le intenzioni di voto su più livelli, dal versante anagrafico a quello socio-economico, passando da quello geografico all’affiliazione politica – ormai solo 4 socialisti su 10 sembrano disposti a sostenere il candidato ufficiale Benoit Hamon – vincitore delle primarie – il prossimo 23 aprile. Un valore che è pressoché uguale al consenso registrato da Macron. L’ex ministro del governo guidato da Manuel Valls – il quale ha annunciato da poco il suo sostegno per lui – è infatti la prima scelta per un ulteriore 40% dell’elettorato socialista. Nettamente più staccato è invece il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, per cui potrebbe votare poco più del 10% dei socialisti.

Stando a questi dati, quindi, Macron potrebbe addirittura dimezzare il bacino potenziale di Hamon, pescando soprattutto nelle fasce più moderate dell’elettorato socialista. Un elettorato che evidentemente non vede nell’attuale candidato socialista un successore valido del presidente uscente François Hollande. Infatti, ad oggi solo 1/4 di coloro che votarono Hollande al primo turno di 5 anni fa sosterebbero Hamon. Viceversa, più del 40% di quell’elettorato si sposterebbe su Macron.

Quello relativo all’universo socialista è un livello di frammentazione decisamente superiore a quello riscontrato nell’elettorato degli altri partiti transalpini. E rappresenta, al contempo, un fattore che Macron potrebbe sfruttare efficacemente anche al ballottaggio. L’ipotesi di un secondo turno contro Marine Le Pen spingerebbe infatti 9 socialisti su 10 – escludendo i non votanti – a preferire l’ex ministro. Un dato simile a quello relativo a coloro che nel 2012 votarono Hollande: il 93% di loro al ballottaggio opterebbe per Macron.

Sondaggi elettorali Francia: i punti deboli di Hamon

Ma Hamon risulta scarsamente attraente anche per la sinistra radicale. A votarlo potrebbe essere meno del 6% dell’elettorato di tale area, un dato addirittura pari a quello del ben più moderato Macron. Decisamente meglio va tra i simpatizzanti ecologisti, l’unico settore in cui Hamon primeggia. Uno scenario prevedibile, a seguito del ritiro del verde Yannick Jadot e del suo successivo endorsement in favore del candidato del PS.

sondaggi elettorali francia - intenzioni di voto hamon

Complessivamente, IFOP al momento valuta Benoit Hamon al 10%. Ovvero, poco più di un terzo del risultato centrato da Hollande al primo turno nel 2012. Ma quali sono i suoi punti deboli? Secondo l’istituto demoscopico uno di essi è sicuramente lo scarso appeal nell’elettorato maschile. Il candidato socialista sembra infatti il profilo preferito solo per poco più del 7% degli uomini, un dato quasi dimezzato rispetto a quello registrato tra le donne.

Decisamente basso è anche il consenso registrato tra gli over 50. Un dato che si attesta poco sopra il 7% tra i cittadini tra 50 e 64 anni. E che precipita addirittura sotto il 6% tra gli over 65. In queste fasce anagrafiche di elettorato – come tra gli uomini – Hamon risulta al 5° posto. Registrando meno appeal non solo di Macron e Le Pen, ma anche di Fillon e Mélenchon.

Sondaggi elettorali Francia: gli operai voltano le spalle alla sinistra

In base a quanto appena detto non stupisce – spostando l’attenzione sul piano socio-economico – lo scarso appeal del candidato socialista tra i pensionati. Viceversa, sorprendente è il basso livello di consenso registrato tra gli operai. Infatti, solo meno del 6% di loro voterebbe per Hamon. Un dato che diventa catastrofico, se associato al candidato ufficiale di un partito storicamente legato all’elettorato operaio. Che ora sembra aver voltato le spalle al PS, orientando in massa la propria delusione e frustrazione verso Marine Le Pen.

Quello che si sta delineando in Francia è dunque uno scenario che, se confermato dalle urne, potrebbe essere la realizzazione di una situazione ritenuta pressoché impensabile sino a pochi anni fa. Con gollisti – e soprattutto socialisti – abbandonati dai propri elettori e fuori gioco già al primo turno. E con una destra radicale che potrebbe trovare addirittura negli operai il grimaldello giusto per scardinare le resistenze e conquistare l’Eliseo.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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