Sondaggi elettorali e risultati: il confronto sul ballottaggio delle presidenziali francesi

Pubblicato il 12 Maggio 2017 alle 13:05 Autore: Emanuele Vena
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Sondaggi elettorali e risultati: il confronto sul ballottaggio delle presidenziali francesi

Gli istituti demoscopici francesi confermano il buon risultato del primo turno anche al ballottaggio. Questo è ciò che emerge dal confronto tra la media sondaggi elettorali ed i risultati definitivi del secondo turno delle presidenziali francesi.

Il successo del giovane ex ministro Emmanuel Macron era stato pronosticato da tutti gli istituti della vigilia. Il leader di En Marche! era infatti accreditato di un valore tra il 59 ed il 63%. Tuttavia, il dato definitivo raccolto dal vincitore (66.1%) evidenzia una leggera sottostima operata da tutti i principali sondaggisti. In sostanza: tutti hanno correttamente previsto la vittoria di Macron. Ma tutti con un margine inferiore mediamente di 4-5 punti rispetto a quello realmente occorso. Una performance tutto sommato abbastanza buona ma meno accurata rispetto a quella del primo turno.

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Elezioni Francia 2017, ballottaggio: confronto tra sondaggi elettorali e risultati (e paragone con il 2012)

La media sondaggi fa riferimento all’ultima rilevazione pre-voto effettuata dai principali istituti. In particolar modo, nell’ultima settimana prima del ballottaggio tutti i sondaggisti hanno alzato la propria stima relativamente a Macron, pur restando mediamente al di sotto del risultato delle urne. Cogliendo nell’ultimo duello tv il fattore in grado di permettere all’ex ministro di ipotecare l’elezione all’Eliseo.

La performance registrata dagli istituti demoscopici risulta tutto sommato molto simile rispetto a quella di 5 anni fa. Anche nel 2012 gli istituti furono in grado di cogliere la tendenza di fondo, pronosticando correttamente la vittoria di François Hollande sul presidente uscente Nicolas Sarkozy. In quel caso, però, il candidato socialista risultò mediamente sovrastimato di circa 2 punti e mezzo.

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Elezioni Francia 2017: una conventio ad excludendum in tono minore

In definitiva, si può notare come gli istituti di sondaggio transalpini siano stati in grado di cogliere l’ampio gap esisente tra Macron e Marine Le Pen. Al tempo stesso, le case demoscopiche sono riuscite a percepire anche il ridotto potenziale della conventio ad excludendum nei confronti della leader del Front National rispetto a quella subita nel ballottaggio del 2002 da suo padre Jean-Marie. Il quale 15 anni fa fu sconfitto da Jacques Chirac con oltre 60 punti di distacco. Un netto miglioramento dovuto sostanzialmente a due fattori.

Da un lato, l’avanzamento elettorale dello stesso Front National negli ultimi anni. Dall’altro, la presenza di un endorsement meno compatto nei confronti di Macron. Come testimoniato dal sostegno del conservatore Nicolas Dupont-Aignan per la Le Pen. E soprattutto dalla mancata presa di posizione del radicale di sinistra Jean-Luc Mélenchon, capace di raccogliere quasi un quinto dei voti al 1° turno.

Il confronto tra media sondaggi e risultati è stato operato basandosi sulle seguenti rilevazioni.

– ballottaggio 2017: sondaggi condotti tra il 28 aprile ed il 5 maggio 2017. Istituti: BVA, Elabe, Harris Interactive, Ifop, Ipsos, Kantar Sofres, Odoxa, OpinionWay.

– ballottaggio 2012: sondaggi condotti tra il 24 aprile ed il 2 maggio 2012. Istituti: BVA, CSA, Ifop, Ipsos, Lh2, OpinionWay, Sofres.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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