Sondaggi politici SWG, ISIS: cresce la paura del fondamentalismo islamico

Pubblicato il 21 Giugno 2017 alle 11:26 Autore: Alessandro Faggiano
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Sondaggi politici SWG, ISIS: cresce la paura del fondamentalismo islamico

Il mese sacro dell’Islam è stato caratterizzato da una serie di attentati che hanno rigettato l’Europa nel panico. In particolare, l’attentato di Manchester a un concerto della cantante Ariana Grande (22 maggio) ha scosso il mondo. Tanti giovanissimi hanno perso la vita. Si riconferma il pattern dell’ ISIS di colpire in luoghi simbolici, ricorrenze storiche o spettacoli. Il clima nel Regno Unito sembra essersi inasprito (insieme alla Francia è il Paese europeo che ha subito più attentati negli ultimi anni) e, di recente, un inglese ha investito una decina di musulmani, appena usciti dalla moschea per l’orazione mattutina. Non solo paura, quindi, ma anche fomento dell’odio, nonostante i continui richiami alla riconciliazione e al separare l’Islam dal fondamentalismo.

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L’istituto demoscopico continua a seguire il sentimento di paura verso l’ISIS. Dopo aver raggiunto un minimo ad aprile, la paura è tornata nuovamente a crescere dopo l’attentato di Manchester. Precisamente, si passa dal 68% del campione che prova abbastanza o molta paura, al 74% di giugno 2017.

L’enfasi mediatica posta sull’ultimo attentato compiuto su suolo europeo ha amplificato gli effetti e le ripercussioni psicologiche sui cittadini. Secondo la “serie storica” di SWG, un tale livello di paura no lo si riscontrava dallo scorso luglio. In quel mese, durante la ricorrenza della presa della Bastiglia, un radicalizzato investì con un tir decine di persone festanti, lungo la Promenade di Nizza. L’attentato seguiva quello di pochi mesi prima del Bataclán di Parigi, dove persero la vita oltre 80 civili.

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Sondaggi politici SWG, ISIS: convivere con la paura

Secondo molti analisti, il fenomeno del fondamentalismo islamico non potrà essere eradicato facilmente. Nemmeno l’annichilazione del Daesh fermerebbe i radicalizzati. L’impatto culturale provocato dal Daesh è tale che, anche senza il suo leader, Al-Baghdadi (dato per morto dalla Russia), la sua particolare visione della jihad continuerà a fare proseliti, in Europa e non.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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