Corea del Nord, ultime notizie: Kim ha rubato milioni di Bitcoin?

Pubblicato il 18 Dicembre 2017 alle 13:09 Autore: Guglielmo Sano

Corea del Nord, ultime notizie: Kim ha rubato milioni di Bitcoin?

I bitcoin aumentano sempre più di valore; anche la Corea del Nord starebbe partecipando alla “corsa all’oro” digitale. Secondo alcuni report il gruppo hacker legato al regime di Pyongyang Lazarus sta conducendo una campagna di “spear phishing” contro l’industria della critpmoneta. In pratica, i pirati informatici stanno inviando agli addetti ai lavori quello che a prima vista sembra solo un’innocuo file word. Quest’ultimo, per essere letto, chiede di abilitare le modifiche al testo. Se si accetta tale richiesta, viene installato sul computer del malcapitato un programma che permette di spiarne le operazioni.

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L’obiettivo sarebbe quello di rubare quanti più bitcoin possibile. In questo senso, i primi attacchi a essere rilevati dall’agenzia di cybersecurity SecureWorks risalirebbero a fine ottobre-inizio novembre. Tuttavia, stando agli esperti di sicurezza informatica, questo genere di attività sarebbe cominciata già a metà del 2016. I nordcoreani avrebbero cominciato a mostrare interesse per il settore, invece, a partire dal 2013. Per gli analisti, il regime di Kim Jong un vedrebbe nel furto di bitcoin un modo semplice e sicuro per trovare risorse aggirando le sanzioni. Oggi, il prezzo dei bitcoin si aggira poco sotto quota 20mila dollari.

Corea del Nord, ultime notizie: Kim ha rubato milioni di Bitcoin?

Il governo sudcoreano ha annunciato che le autorità nazionali stanno monitorando l’attività relativa ai bitcoin del Nord. È intervenuto sulla questione il portavoce del Ministero per l’Unificazione delle Coree Baik Tae-hyun. “Siamo consapevoli di come stiano cercando di guadagnare valuta straniera” ha detto; d’altra parte, non ha confermato il coinvolgimento degli hacker nordcoreani in azioni volte a rubare la criptomoneta. Al momento, è impossibile sapere quanti bitcoin sono in possesso del governo nordcoreano; tantomeno è possibile stimare quanti gli hacker di Pyongyang potrebbero averne rubati. Tra l’altro, nonostante siano tracciabili, come per il “vero” denaro, esistono tanti modi per “riciclarli”.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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