Quagliariello e Chiti in coro: “Italicum va modificato”

Pubblicato il 13 Luglio 2014 alle 12:14 Autore: Daniele Errera

Riforma del Senato e legge elettorale sono strettamente collegate. La modifica dell’una ha conseguenze sulla seconda e viceversa. Per questo serve rivedere l’Italicum ideato dalla premiata ditta Renzi e Berlusconi. Lo chiedono in coro l’ex ministro Gaetano Quagliariello e il leader dei frondisti Pd, Vannino Chiti. “Alla luce della riforma del Senato, l’Italicum va modificato perchè è pensato per un sistema bicamerale e un partito che arriva al 37 per cento, magari con l’appoggio di due o tre partiti sotto quota, non può, da solo e in una sola Camera, prendere più del 50 ed essere determinante per tutte le nomine di valenza costituzionale” spiega Quagliariello in un’intervista al Mattino. “La soglia per il secondo turno – continua il coordinatore di Ncd, elencando le richiesta del suo partito – dev’essere più alta del 37 per cento, bisogna puntare sui partiti e non sulle coalizioni, che possono formarsi solo tra primo e secondo turno; rivedere gli sbarramenti in modo tale che garantiscano governabilità senza penalizzare la rappresentanza; consentire agli elettori la libera espressione delle preferenze”.

Secondo Chiti, l’Italicum non ha bisogno di un semplice “maquillage”. Serve un cambiamento profondo. “Bisogna chiarire preventivamente le intenzioni sulla legge elettorale – dichiara l’esponente dem in un colloqui con il Corriere –  perchè se alla fine avessimo una Camera di nominati e un Senato di eletti dai consiglieri regionali, dopo eterne mediazioni e inciuci fuori e dentro le maggioranze regionali, avremmo fatto proprio un bel capolavoro di democrazia”.

GASPARRI, VOGLIAMO BIPOLARISMO, NON FESTA DEI RICATTATORI – “Le riforme devono andare avanti, il bicameralismo vecchio stile non ha più senso. Anche se il senaticchio rachitico proposto è destinato alla cancellazione totale quando ci sarà da parte di tutti il coraggio necessario”. Lo dichiara Maurizio Gasparri di Fi. “In aula insisterò, pur consapevole della viltà retriva del Pd, sull’elezione diretta del Capo dello Stato. La Finocchiaro non ha avuto la decenza di rispondere alla mia lettera e le sturerò le orecchie in aula tra qualche ora. La questione non potrà essere elusa. Il problema principale, non bisogna nasconderlo, è la legge elettorale. Ascoltiamo i latrati di chi non avendo voti vorrebbe abolire ogni soglia d’accesso per continuare la propria vita da ricattatore acchiappa poltrone. Le soglie sono la priorità assoluta. Vogliamo il bipolarismo non la festa dei ricattatori. Bisogna sì formare coalizioni su programmi, ma non compagnie di ventura con gli stallieri di ghino di tacco. Il signore di Radicofani aveva comunque una sua idea. I suoi camerieri hanno solo l’idea della poltrona. Le riforme, anche quella elettorale, vanno fatte prescindendo dalle bramosie personali. Il bene del paese non coincide con il ministero e il seggio garantito a chi non ha nulla da dire”.

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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