Umberto Bossi duro contro Salvini e Maroni: “Hanno distrutto tutto”

Pubblicato il 22 Luglio 2014 alle 10:19 Autore: Emanuele Vena

“Son matti, non sono più tollerabili”. Umberto Bossi rilascia un’intervista al quotidiano ‘Fatto Quotidiano’ e fa un’analisi politica della situazione attuale. Da Berlusconi a Renzi, dalle riforme alla magistratura. Ma, soprattutto, un’analisi della creatura a lui più cara, da lui fondata e guidata per decenni: la Lega Nord.

BERLUSCONI, RUBY E RENZI – “Sono contento per lui. Domani lo chiamo, ha dimostrato di essere forte, devo fargli i complimenti”. E’ il commento di Umberto Bossi all’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. “Quando capitano cose negative ti metti alla prova”. E poi si lascia andare ad un complimento nei confronti del leader di Forza Italia anche per l’atteggiamento tenuto nel percorso di riforme: “E’ stato molto bravo, è riuscito a usare persino questo Renzi qui. Berlusconi è una volpe, un fuoriclasse. Renzi è giovane, spavaldo, troppo sicuro. È arrivato a Roma convinto di essere il padreterno”. E dice la sua sul destino delle riforme: “qualcosa certo Renzi riuscirà a farlo, ma lo farà come vogliono tutti, mica come dice lui”. Bossi non si scompone nemmeno se gli si fa notare la solidità del famoso patto del Nazareno: “sono vent’anni che stringo patti con Berlusconi, lo conosco. Lui ha capito che gli conviene fare il bravo, mantenere un basso profilo, ma un’aquila rimane un’aquila e a Renzi ormai conviene stare al gioco”.

LA MALATTIA – A dieci anni dall’ictus “sono ancora qui”, è il pensiero di Umberto Bossi. Che ricorda alcuni frames dell’epoca, con Maroni e Calderoli accanto al suo letto d’ospedale con il pensiero alle elezioni imminenti: “loro erano terrorizzati e mi chiesero di candidare Riccardo, mio figlio… Io dissi di no, assolutamente: non era roba per lui”. Salvo poi avallare la candidatura dell’altro figlio Renzo – “il Trota” – anni dopo: “quando anni dopo presentammo Renzo tutti a dire di sì, evviva”.

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LA BOCCIATURA DEGLI EREDI – Umberto Bossi si scatena quando gli si chiede un giudizio sulla nuova classe dirigente della Lega Nord: “in due anni hanno distrutto tutto questi qui, prima Maroni poi Salvini… Tutto sputtanato. Matteo è in gamba, viene a trovarmi, chiede consigli poi magari fa di testa sua, ma lui è un combattente, poi magari è mal consigliato e lo vedo molto solo… ma quell’altro…”. E approfitta dei grattacapi giudiziari di Maroni per dare un giudizio sull’operato del Governatore della Lombardia. L’analisi è tranciante: “con me duravano due ore quelli che finivano indagati… perché se ci sono le regole si rispettano”. Ma poi, sul lato giudiziario, Bossi smussa le asprezze: “poi certo se la magistratura sbaglia sono dolori”, e aggiunge, ricordando le proprie disavventure giudiziarie: “io credo ci fosse un disegno. Le indagini sono indagini, per carità, ma poi qualcuno le usa. I magistrati dovrebbero indagare solo su prove certe”.

MARONI MACBETH – La critica a Maroni parte dalla vittoria elettorale in Lombardia, una regione “presa a fatica” grazie all’accordo tra Berlusconi e Formigoni. Le accuse si estendono alla gestione del partito – “io ho lasciato i conti in attivo, ora non c’è più un euro” – e della Regione, con riferimento sia alle voci sulle eccessive assunzioni di meridionali sia alla chiamata diretta al Pirellone della compagna di Salvini: “circondarsi di persone fidate è bene, ma qualcuno del Nord, almeno”, ricordando come “Prima il Nord” fosse lo slogan, la battaglia degli “stessi che ci hanno messo in croce”. Riguardo a Matteo Salvini, Umberto Bossi smussa le critiche, attaccando però nuovamente Maroni: “ora c’è Matteo. So che dentro molti gli fanno la guerra, tutto si sistemerà, ma i malumori principali sono dovuti a quell’altro lì… Macbeth…”. E a chi gli ricorda che Macbeth tradì il suo re, Bossi risponde: “poi ha fatto una brutta fine”.

TREMONTI E LUISA CORNA – Nell’intervista Umberto Bossi parla anche dell’ex ministro Giulio Tremonti, considerato sino a qualche tempo fa molto vicino alla Lega Nord. Bossi respinge le dichiarazioni di Marco Milanese – ex collaboratore di Tremonti che aveva sostenuto l’esistenza di un accordo per farlo diventare premier al posto di Berlusconi – e si lancia in un giudizio dell’ex ministro: era bravo a far di conto, ma in politica… Troppo isterico, tirava dritto…”. A proposito della leggenda che voleva Bossi in compagnia della cantante Luisa Corna la notte del malore, il Senatur risponde: “ricordo… Col tempo la memoria ritrova i pezzi. Ho avuto una grande donna accanto, mia moglie. Il resto è leggenda? Lasciamolo nella leggenda”.

 

Emanuele Vena

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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