Punti patente: stop detrazione con la sentenza della Cassazione. I casi

Pubblicato il 20 Aprile 2018 alle 14:01 Autore: Daniele Sforza
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Punti patente: stop detrazione con la sentenza della Cassazione. I casi.

Novità sulla decurtazione dei punti patente in caso di infrazione con l’auto durante la guida. Nonni e parenti lontani potrebbero essere scagionati da tutte le future accuse, grazie all’ordinanza 9555 della II Sez. Civile della Corte di Cassazione. Che ha stabilito che i punti sulla patente non saranno decurtati nel caso in cui il proprietario del veicolo che è stato multato per aver violato il Codice della Strada comunichi di ignorare l’identità di chi si trovava alla guida in quel momento; e quindi di chi ha commesso l’infrazione. O meglio, più precisamente dica di non ricordare, perché è trascorso troppo tempo da allora. Ma non sempre funzionerà così. Spetterà al Giudice valutare caso per caso, aiutato anche dalla collaborazione del proprietario dell’auto. Ovviamente la multa commissionata resterà in vigore.

Punti patente: stop decurtazione, in quali casi

Nel caso in cui una multa venisse notificata dopo 3 mesi dall’avvenuta infrazione, il proprietario del veicolo potrà ammettere di non ricordare chi fosse alla guida in quel giorno; a causa del troppo tempo trascorso. Questo potrebbe consentire la non decurtazione dei punti dalla patente.

Il caso in questione riguarda il ricorso di una signora di Bari a cui era stata notificata una multa il 28 giugno 2007 per un’infrazione commessa a inizio marzo dello stesso anno. Visto che l’auto sanzionata era in realtà guidata da tutta la famiglia, la signora aveva affermato di non ricordare chi fosse alla guida in quel momento. La signora aveva quindi fornito una risposta, forse non sufficiente per il Comune di Bari, ma comunque tale da non portare a nessuna ulteriore sanzione.

Anzi, sarà proprio questo tipo di risposte che andranno sotto la lente d’ingrandimento del giudice; in questo caso la valutazione è stata a favore della signora, ma ovviamente le cose potrebbero cambiare. Il soggetto interrogato dovrà risultare collaborativo, ma la mancanza di quel ricordo non sarà più vista come una volontà di “infrangere la legge” o di “fregare il Comune” per non pagare la multa.

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Pertanto la Cassazione ha stabilito quello che può succedere nel caso in cui la risposta del proprietario del veicolo sanzionato sia stata fornita in merito, anche se in termini negativi. Ovvero, “resta devoluta alla valutazione del giudice di merito la verifica circa l’idoneità delle giustificazioni fornite dall’interessato a escludere la presunzione di responsabilità che la norma pone a carico del dichiarante”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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