Delitto del Circeo: Angelo Izzo ha legami col mostro di Firenze

Pubblicato il 31 Maggio 2018 alle 16:53 Autore: Antonella Cariello
Delitto del Circeo

Delitto del Circeo: Angelo Izzo ha legami col mostro di Firenze

Nuove dichiarazioni intorno a una delle pagine più sconcertanti della cronaca italiana che lega a sé un fitto nugolo di nomi, tra i quali emerge uno in particolare: Angelo Izzo, il cosiddetto mostro del Circeo, per il diretto coinvolgimento nella serie di sevizie e abusi ai danni di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez (sfociate, poi, nella morte di quest’ultima e portate alla luce solo grazie al disperante coraggio della Colasanti, scampata allo stupro di morte fingendosi già deceduta), perpetuate nella villa a San Felice Circeo, in provincia di Latina.

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Irrogato l’ergastolo per gli aguzzini, nel 2005 viene accordata a Izzo la semi-libertà in quanto fruttuoso collaboratore di giustizia, a cui ha creduto Pierluigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, la prima delle figure contro cui si scaglia la sete di giustizia che ha animato Donatella Colasanti fino al 2005, quando fu portata via da un tumore al seno. Il pariolino degli anni ’70, come si definiva ai microfoni di Franca Landi, ha fatto branco con Gianni Guido e Andrea Ghira non solo in occasione del massacro delle ragazze romane,ma ha rilasciato dichiarazioni che vedono al banco degli imputati i tre rampolli della “Roma bene” per un caso su cui ancora non si è pienamente fatto luce, la scomparsa di Rossella Corazzin.

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Delitto del Circeo: la vicenda Corazzin secondo la ricostruzione di Izzo

Il “Mostro del Circeo” non fa esplicito riferimento al nome di Rossella, ma le sue dichiarazioni sembrano coincidere con la ricostruzione dei fatti intorno alla sparizione della 17enne friulana, avvenuta il 21 agosto del 1975, poco prima, quindi, dell’uccisione della Lopez e delle torture alla Colasanti, proseguite nel corso della notte tra 29 e il 30 settembre dello stesso anno. Rossella era in vacanza con la sua famiglia presso Tai di Cadore, in Veneto. I suoi genitori non la videro mai più fare ritorno da una passeggiata che la ragazza aveva deciso di intraprendere verso le ore 14.00, diretta al Monte Zucco.

Esclusa l’ipotesi di fuga volontaria, la Corazzin fu dichiarata morta nel 2010 dal tribunale di Pordenone. Il gruppo della Destra Pura, così identificavano la propria militanza politica gli assassini, avrebbe condotto la ragazza a bordo di una Land Rover (circostanza confermata anche da una testimone) per poi violentare ee uccidere Rossella, dopo una prigionia durata 2-3 settimane presso la villa sul Lago Trasimeno nella villa di Francesco Narducci, che avrebbe dato loro manforte.

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Un altro mostro coinvolto nella vicenda è quello “di Firenze”, mandante del delitto di otto coppie uccise a colpi di pistola, avvenuti tutti nelle campagne intorno alla citta, dal 1968 e fino al 1985.  Gli omicidi erano probabilmente funzionali a riti: ad alcune delle donne uccise, infatti, vennero asportati pube e seno sinistro. Francesco Narducci, medico e accademico a Perugia, era deceduto proprio l’anno in cui la serie di brutali assassinii era finalmente giunta al capolinea, a soli 36 anni.

La causa del decesso fu identificata come annegamento e il suo letto di morte era stato lo stesso lago sulle sponde del quale era passata a miglior vita la diciassettenne rapita e seviziata. Il padre di Narducci era legato a una loggia massonica, e ciò contribuì a infittire i dubbi su di lui, che lo vedevano il mandante della sequela di delitti o comunque uno dei capi della “setta” che avrebbe ordinato gli omicidi seriali. Resta ancora aperto il caso, dopo la recente confessione di Giuseppe “Joe” Bevilacqua, che si è costituito identificandosi come il killer pluriomicida.

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L'autore: Antonella Cariello