Mondiali Russia 2018: focus Portogallo. A Seleção das Quinas riuscirà a difendersi dalle lance mondiali?

Pubblicato il 10 Giugno 2018 alle 18:49 Autore: Francesco Vigevani
Mondiali Russia 2018

Mondiali Russia 2018: focus Portogallo. A Seleção das Quinas riuscirà a difendersi dalle lance mondiali?

La storia calcistica del Portogallo può essere divisa in cinque parti.

La prima va dal 1928 al 1961, anno dell’esordio di Eusebio in nazionale; la seconda va dal 1961 al 1973 (gli anni di Eusébio); la terza dal 1973 ai primi anni Novanta; la quarta dalla metà degli anni 90 al 2003 ed infine quella attuale, che parte proprio dal 2003 sino ad arrivare ad i giorni nostri, ovvero gli anni della cosiddetta “Era Ronaldo”.

Mondiali Russia 2018: la storia del Portogallo

La storia dei lusitani è fatta di grandi giocatori ma di pochissimi piazzamenti di rilievo nelle competizioni internazionali.

Il loro gioco, caratterizzato da un palleggio quasi ipotonico ma con pochi giocatori concreti nella fase difensiva e realizzativa, ne ha sempre limitato i risultati.

I primi grandi nomi salgono alla ribalta internazionale nei primi anni ’60.

L’ossatura della nazionale lusitana era formata da Mário Coluna, dal fuoriclasse di origine mozambicana Eusébio, da Jose Augusto e da Antonio Simoes, che rappresentavano i quattro quinti dell’attacco del Benfica campione d’Europa nel 1962.

E’ proprio ai Mondiali inglesi del 1966 che i portoghesi raggiungono il loro miglior piazzamento ad un Mondiale, battendo nella finalina l’Urss classificandosi terzi.

Per la prima volta portano anche in patria il premio come miglior marcatore, vinto con 9 reti da Eusebio, uno dei più grandi talenti della storia del calcio portoghese e mondiale.

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Mondiali Russia 2018: il ritorno del talento portoghese

Per rivedere una nazionale competitiva bisognerà comunque aspettare l’era dell’attuale CT dell’Iran Carlos Queiroz, uomo di grande esperienza e talento maturati al fianco di Sir Alex Ferguson nelle sue due esperienze come Vice del tecnico scozzese al Manchester United.

Vincitore dei Mondiali di calcio Under-20 nel 1989 e 1991, sarà l’uomo che farà sbocciare giocatori del calibro di Manuel Rui Costa, Fernando Couto, Joao Pinto e Luis Figo, solo per citarne alcuni.

Ma il grosso limite anche di questo allenatore sarà quello di essere un grande plasmatore di giocatori ma molto limitato nel costruire un gruppo solido e vincente. La grande confusione all’interno della Federcalcio Portoghese fu un altro elemento che ne limitò i risultati.

Mondiali Russia 2018: la delusione del 2004

Con molti cambi di CT e pochi successi arriviamo al 2003, anno che precedette per il Portogallo l’invito ad ospitare l’Europeo del 2004.

Ad organizzare la squadra per questo evento fu chiamato lo stregone brasiliano Luiz Felipe Scolari.Il lavoro svolto in molta fretta portò ottimi risultati.

Conoscendo molto bene le interferenze che da sempre la Federcalcio aveva attuato sui passati CT minandone l’autonomia ed impedendone un lavoro tranquillo e produttivo, l’astuto ed esperto Scolari si isolò completamente con lo staff e chiese carta bianca vincolando la sua firma a questa decisione.

Accettata la richiesta, si mise a lavoro e in un anno costruì intorno a sé un gruppo guidato da giocatori esperti come Luis Figo e Rui Costa e da giovani di grande talento e già con un buon bagaglio di esperienza nel calcio internazionale per club come Deco, Ricardo Carvalho, Paulo Ferreira e un diciannovenne di belle speranze di nome Cristiano Ronaldo.

Ma purtroppo per il CT brasiliano ancora non era il momento di vincere.

Giunti in finale infatti, i funambolici lusitani si schiantarono contro il solido undici greco del CT tedesco Otto Rehhagel, che per novanta minuti rimase ben compatto sotto il palleggio e le molte conclusioni della nazionale di Scolari e riuscì quindi a portare a casa un titolo storico.

Assoluto protagonista del match fu l’unico marcatore andato a segno, il bomber ellenico Angelos Charisteas, che con la sua rete nella finale di Lisbona divenne uno degli idoli del popolo greco in un’edizione del torneo tra le più sorprendenti di sempre.

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Mondiali 2018: la cavalcata trionfale del 2016

La prima vittoria in una competizione internazionale arriverà solo nel 2016 sotto la guida del CT lusitano Fernando Santos che, seguendo la strada tracciata da Mister Scolari anni prima, concentrerà la sua attenzione non tanto sulla parte tecnica, lasciata all’estro dei singoli, quanto sulla coesione del gruppo.

Gruppo costruito intorno agli uomini più esperti, il che dimostra le ottime doti di gestione dello spogliatoio e di comunicatore del CT portoghese.

Santos, aiutato anche dalla forma straordinaria del portiere Rui Patricio e dalla capacità in campo e fuori di Ronaldo di prendere il gruppo per mano, batterà in finale i favoriti padroni di casa della Francia con un risicato 1-0 pur non potendo disporre di Ronaldo, infortunatosi nel corso del match.

Mondiali Russia 2018: cosa aspettarsi dal Portogallo in questo Mondiale

In Russia i lusitani troveranno nel loro girone (B) Spagna, Iran e Marocco.

Il girone sembra alla portata, anche se giocare contro i rocciosi vicini del Marocco e gli imprevedibili iraniani non dà nulla di scontato.

In porta ci sarà il solido ed esperto Rui Patricio; per la difesa, accanto agli esperti Bruno Alves e Pepe, ci sarà un gruppo che presumibilmente non farà dormire notti tranquille a mister Santos.

La squadra si dovrà quindi giocare tutto a centrocampo, come da tradizione del calcio portoghese, e sperare nella buona vena di Cristiano Ronaldo in attacco.

In mezzo al campo, le operazioni di palleggio saranno dirette da Bernardo Silva e probabilmente dall’esperto João Moutinho. I jolly Ricardo Quaresma e Gonçalo Guedes dovranno dare a Santos le cosiddette “carte sorpresa” per sbloccare le partite incerte.

Rifare il miracolo compiuto a Francia 2016 non sarà certamente cosa facile per il CT.

La sensazione in ogni caso è che, qualora riuscisse a passare il girone e con un Ronaldo in cerca dell’ultimo trofeo che gli manca in carriera, la brigata lusitana abbia tutto il diritto di sognare.

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