Pensioni Quota 100: assegno più basso e Boeri via dall’Inps?

Pubblicato il 12 Giugno 2018 alle 17:18 Autore: Giuseppe Spadaro
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Pensioni Quota 100: assegno più basso e Boeri via dall’Inps?

Riforma delle pensioni: l’introduzione di Quota 100 per mano del governo Conte potrebbe essere, come annunciato, una delle prime novità in materia previdenziale. L’economista vicino alla Lega Alberto Brambilla è stato tra i primi ad affrontare pubblicamente l’argomento. L’introduzione di Quota 100 come somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi potrebbe non convenire a tutti. Infatti dal 2019 chi ha diritto potrebbe accedere alla pensione ma con un assegno più basso. Il tutto a causa dell’entrata in vigore di atti conseguenti alla riforma Fornero con cui sono stati aggiornati i coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione con il sistema contributivo

Pensioni Quota 100, coefficienti più bassi

In pratica perché gli assegni potrebbero essere più bassi? Sono stati rivisti al ribasso i coefficienti che si applicano al montante contributivo, ovvero quanto versato durante la vita lavorativa. In cosa si traduce? Dal 2019 la pensione annua sarà inferiore in media di oltre l’1% rispetto a quella di chi è riuscito ad accedervi quest’anno, ma si arriva quasi al 2% di penalizzazione per le fasce di età più alte. La revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo riguarda soltanto il calcolo della pensione di coloro che faranno domanda negli anni 2019, 2020 e 2021. Invece chi è già in pensione e chi riuscirà ad andarci entro il 31 dicembre 2018 non si vedrà diminuire l’assegno spettante.

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Pensioni Quota 100, Brambilla al posto di Boeri all’Inps?

L’attuale Presidente dell’INPS Tito Boeri non ha opinioni perfettamente sovrapponibili, in tema di pensioni e previdenza, alle due forze politiche che hanno dato vita all’asse di governo. La distanza di veduta tra Boeri e M5S con la Lega potrebbe determinare un avvicendamento alla guida dell’Istituto Nazionale di Previdenza Italiana. Non è un mistero ad esempio che Boeri ritenga difficile, se non problematica, l’introduzione del reddito di cittadinanza. Ha affermato che l’abolizione della riforma Fornero metterebbe a rischio i conti dello Stato. Perciò, secondo alcune indiscrezioni, il Governo potrebbe chiedergli un passo indietro. Al suo posto, sempre stando alle voci, potrebbe arrivare l’economista vicino alla Lega Brambilla. Infine è da sottolineare che il mandato di Boeri scade nel 2019. Per cui dovrebbe essere eventualmente il diretto interessato a farsi da parte.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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