Emilio Fede assolto: nessuna bancarotta fraudolenta, la sentenza

Pubblicato il 29 Agosto 2018 alle 20:18 Autore: Antonella Cariello
emilio fede

Emilio Fede assolto: nessuna bancarotta fraudolenta, la sentenza

La Corte d’Appello di Milano scrive, nelle motivazioni della sentenza con cui a maggio ha assolto l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede che i “prestiti” di Silvio Berlusconi a favore di Lele Mora “erano di per sé del tutto leciti” e “la circostanza” che una parte di quei soldi sia stata girata dall’ex talent scout a Emilio Fede, “come corrispettivo per la sua intercessione” con l’ex premier “o per altri motivi”, è penalmente irrilevante. Risulta perciò ribaltata la condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per accusa di bancarotta fraudolenta in concorso con Lele Mora.

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Le motivazioni del pronunciamento a favore di Emilio Fede

La Corte è stata presieduta da Giuseppe Ondei ed ha aggiunto che non ci sarebbero prove a sostegno della tesi che Fede fosse a conoscenza del fatto che illo tempore Lele Mora fosse – formalmente – un imprenditore individuale ( e quindi potesse essere, conseguentemente, esposto al rischio di fallimento). Di fatti, «come imprenditore individuale» Mora «poteva essere plausibilmente considerato», tanto «da Berlusconi come da Fede», come «un imprenditore le cui società versavano in gravi difficoltà economico-finanziarie». Fede, tuttavia, secondo la Corte, non era consapevole (o almeno manca la prova che lo fosse) «di concorrere nella sottrazione dei beni» ai creditori della società di Mora, quando ha dirottato nelle proprie tasche larga parte del prestito, facendo da intermediario. In forza di ciò, è stata stabilita l’assoluzione di Emilio Fede.

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La condanna di Emilio Fede

Fede, assistito dai legali Giuseppe Toraldo e Gustavo Pansini per la condanna in secondo grado, era stato imputato per una presunta ma salata distrazione pari a 1,1 milioni di euro (dei 2 milioni e 750 mila euro che nel 2010 Silvio Berlusconi aveva versato per salvare la società di Lele Mora). L’ex direttore era soprattutto indagato per aver trattenuto questi 1,1 milioni di euro dei 2 milioni e 750 mila stanziati dal Cavaliere in tre fasi, e destinati, invece, a salvare la società dell’ex talent scout.

 

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